lunedì, agosto 28, 2006

Scale e tramonti


Cable beach

Broome.
Western Australia.


Sempre Cable beach


Nave

Giorno di tramonto in Cable Beach.
Broome ha due gioielli naturali.
Uno e' il cielo.
Polveroso.
Dusty.
Pieno di sabbia.
Che quando il sole se ne va a dormire crea dei riflessi piu' rossi del rosso piu' rosso che potete immaginare.


Stairway to the Moon

L'altro e' la Luna.
Che quando e' piena origina un fenomeno assurdo.
La chiamano Stairway to heaven.
Scala per il paradiso.
Come la canzone.
Si' perche' il riflesso, in una magica combinazione con il livello basso del mare e il ritmo costante delle onde accende in mezzo all'Oceano una vera e propria scala che sale dalla spiaggia fin su, sopra la Luna.
Dicono che i primi a salirci siano stati gli aborigeni.
Diecimila anni fa.
Un po' prima degli shuttle, degli Apollo e degli Sputnik.

domenica, agosto 27, 2006

Broome


Dalla nave

Broome.
Western Australia.
Con Carole King che piazza il classicone.
You've got a friend.

Tornato a terra dopo dieci giorni su un peschereccio.
Che di nome fa Tritan Aurora.
Pearl boat.
Nave delle perle.
Battiamo un tratto di mare di venti miglia per altre venti al largo di Broome.
Il lavoro in una pearl farm e' semplice e ripetitivo.


Lavoro


Un po' di equipaggio


Corrida

Tutto gira intorno alla nave.
Le imbarcazioni satellite fanno la spola tutto il giorno andando a recuperare le gabbie dove si allevano le conchiglie.
In media recuperiamo duemila conchiglie ogni giorno.
Quelle pronte vengono aperte, pulite, viene estratta la perla e si separa la madre perla.
Quelle giovani vengono ripulite in superficie, risistemate nella gabbia e rimandate a farsi un tuffo nell'Oceano.
Che detto cosi' e' tutto automatico.
Ma e' tutto quello che ci sta intorno.
Per prima cosa.
Le perle in se'.
Immaginatevi un animale stranissimo.
Molle all'interno e duro come un sasso fuori.
Bene un giorno di mille e piu' anni fa si alza, si guarda allo specchio e inizia a pensare, a farsi delle domande.
E cerca di darsi delle risposte...
"Mmm, bene, ah che bella giornata sotto il mare, ma io che sono? ah un muscolo... un muscolo?! e che diavolo e' mai un muscolo? ho bisogno di una casa..."
E inizia a costruirsi una villa a forma di conchiglia capace di aprirsi e chiudersi con uno scatto potentissimo.
Ma poi a guardare tutto il giorno la televisione nella sua nuova casa di lusso inizia a stancarsi.
E la noia porta a due cose.
Disastri.
O creazioni.
Bene...
Un giorno e' li' col telecomando in mano a fare zapping, ma quando, dopo l'ennessima carrellata di canali, torna per la terza volta su rete quattro dove c'e' Genius di Mike Bongiorno inizia a dare di matto.
Vede un sassolino in mezzo alla sala e ci si lancia contro.
Inizia a giocarci, a lisciarlo, a plasmarlo, a scolpirlo.
Diventa liscio, bianchissimo e rotondo.
Una perla.
Una palla... e cosi' il muscolo impazzito non e' piu' solo... ora puo' allenarsi, palleggiare e tirare le punizioni in casa.
Senza nessun rischio che sua mamma gli tiri le maledizioni.
Si perche' non ci sono finestre da rompere in una conchiglia.
E' proprio vero che la natura pensa a tutto.

E poi.
Quanto e' vivo questo mare.
Questo Oceano.
Ogni gabbia che tiri fuori e' un microcosmo.
Polipi che giocano al quadro svedese, stelle marine che fanno la lap dance sulle sbarre.
E migliaia di piccolissimi granchi che si godono lo spettacolo.
Tutto in miniatura.


Balena, proporzioni e tutto il resto

Ma non solo microcosmo.
Si perche' ogni tanto sei li' tutto intento a lavorare, caricare, scaricare, ripulire.
Alzi lo sguardo e vedi in mezzo al mare un vulcano che spruzza un getto d'acqua altissimo.
Molli tutto, fai cadere conchiglie, perle e spazzole e ti fiondi su per le scale che ti portano sul ponte.
Dove la vista delle balene e' perfetta.
E un giorno il massimo.
Balena mamma che accompagna la mini balena a scuola...
Che pure il capitano, Phil detto il Rude, si ferma per mezz'ora a godersi lo spettacolo.



E a proposito di spettacoli.
Mettete insieme due marinai neozelandesi, due della Tasmania e l'australiano di turno.
Dategli tre canne da pesca, tre birre ciascuno e un Oceano che i pesci te li tira addosso.
Sedetevi a godervi lo show.
Sudore, bestemmie, sputi, urli, risate, sfotto' se la lenza si rompe.
Ma quando la prima canna inizia a torcersi sotto il peso della belva, gli altri iniziano a incitare, mollano la loro arma e si mettono al servizio del compagno piu' fortunato.


Dalla Tasmania con furore

Ogni sera si tirano fuori tra i cinque e i dieci squali.
Tutti di poco piu' di un metro.


Preda inaspettata

Ma una sera e' il delirio.
Dopo quasi tre ore di lotta, di corse intorno il perimetro della nave e infine con l'aiuto di una nave satellite, la Neptune, i ragazzi tirano fuori lo qualo tigre di due metri e mezzo.
Un mostro perfetto
Tutti gli squali vengono ributtati in mare.
La vera preda e' il Maki.
E quando la sera e' di quelle buone abbocca pure lui.


Abboccato


Maki


Maki due...

E gli urli di gioia dei ragazzi li sentono fino in Indonesia...
Gli urla di gioia dell'equipaggio invece si possono sentire il giorno dopo.
A tavola.
Quando quel genio in miniatura della cuoca giapponese, detta Cookie, si inventa dei piatti che ti fanno resuscitare.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' un Maki.

domenica, agosto 13, 2006

Compleanni, la Sicilia e tutto il resto

13 Agosto

Broome.
Una citta' per davvero.
Xavier Rudd che canta una delle sue migliori.

Di nuovo civilta'.
E macchine.
E aereoplani.
Che un po' sei spiazzato.

Ma oggi l'Australia non e' la sola protagonista.

Si perche' oggi e' giorno di dire grazie alla Sicilia.
Tredici di Agosto.
Che vuol dire.
Domani compleanno.
E il ricordo degli ultimi tre e' troppo forte.
Troppo vivo.

Grazie alla Sicilia.
Che si fa in tre per farti sentire a casa.
Che poi non ce n'e' bisogno.
Perche' a casa ti senti davvero.
Bastano i sorrisi.
Ma a loro no.
I sorrisi non bastano e ogni giorno ti dano qualcosa di piu'.
Grazie Gianni.
Perche' svegliarsi la mattina in quella casa e' un qualcosa fuori dal mondo.
Grazie signora Elisabetta.
Per le granite di mattina presto.
Per le fette piu' grosse dell'anguria stessa.
Per il pane cunzato .
Che venti grammi ti riempiono per tutto l'inverno.
Ma non e' solo il cibo.
E lo sappiamo che le cose per cui dirle grazie sono mille milioni.
Quindi.
Grazie per davvero.
E grazie allo Zio Augusto e a tutta l'armata Mazarese.
Per le grigliate, la festa di compleanno e le risate.

E poi il cozzaro.
L'arabo del Cous Cous che sembra fratel Marco.
Gira a descia, gira a siniscia.
Il satiro.
Il bagno nello stagnone.
Mozia, le saline, Levanzo.
Le strade sbagliate.
Paolo Fratello.
Dieci panini sbranati in dieci chilometri.
Il latte alle mandorle.
I pomodorini secchi.
La caponata.
Le piramidi quadrate.
Maibemaibemaibe.
Il castello e la tenda araba.
Guidare con la mano fuori dal finestrino.
Eros ulisse senza itaca...
Gli arancini.

Ma soprattutto.
L'approdo dei saraceni.
Il chiosco.
E quel tramonto li'...
Che lo vedi, ti prende e ti porta via.

Ciao Mazara.

r.

p.s.: molti non capiranno un tubo di quello che ho scritto oggi, linguaggio in codice.
Quello delle cose vissute assieme.

sabato, agosto 12, 2006

Karijini parte seconda

8 - 10 Agosto


Cascata

Secondo giorno nel Karijini National Park.
Parco sperimentale.
La direzione e' divisa equamente tra australiani e aborigeni.
E sembra andare tutto alla perfezione.
Lo intuisci appena arrivi.
Il centro informazioni e' un'opera d'arte.
Ma non di quelle inutili.
Si fonde alla perfezione con il paesaggio.
Quando sei dentro ti sembra di essere al teatro.
Opere d'arte aborigena.
Quella vera.
Non quella riprodotta sui piattini di ceramica.
I veri boomerang sono grezzi.
Nessun coccodrillo o serpente dipinto sopra.
Arte grezza e colorata.
Cosi' come il paesaggio.
Grezzo e colorato pure lui.
Armonia con quello di cui fai parte.


Cascata verde

Oggi visitiamo due nuovi gorges, due nuovi canyon.


Ole e Felix in Spider Walk

Il problema e' raggiungerli.
Per fortuna scopriamo che Forrest e' un perfetto ballerino.
Di Rumba.
Perche' i chilometri sono cinquantacinque.
E i centimetri di strada asfaltata.
Quelli zero.


Forrest, la Rumba e la pista da ballo

La chiamano dirty road.
Strada sporca.
Sembra che ci siano passati sopra i carri armati.
E' tutto un dosso.
E quando non c'e' il dosso c'e' il sasso.
E quando non c'e' il sasso ti trovi in mezzo al fiume.
Ma c'e' un segreto.
Se guidi piano il furgoncino impazzisce e ti sembra di essere un pezzo di grana padano quando tua nonna lo passa sulla grattuggia per metterlo sulla pastaciutta.
Ma se guidi tra i sessanta e i settanta chilometri orari tutto si quieta.
Che quieta e' un parolone.
Pero' la grattuggia si trasforma in pista da ballo.
Sempre un po' sporca.
Come dire... una pista da ballo delle feste di paese.
Cosi' Forrest comincia a danzare.
E quando arrivi a destinazione gli dici ancora una volta grazie.


Specchio


Scala

A proposito di parchi.
Diffidate della segnaletica dei parchi nazionali australiani.
La scala va da classe 1 (semplice paseggiata) a classe 6 (scalata con tanto di licenza).
Il problema e' che se leggete che il percorso che avete in programma di fare e' un classe tre... e per classe tre intendiamo "percorso di media difficolta' per persone senza problemi fisici", vi mettete lo zaino in spalla con tanto di macchina fotografica e vi incamminate sicuri di fare una bella escursione.
Che bella e' dire poco.
Ma ti accorgi che a meta' percorso devi mollare tutto, spogliarti e attraversare un paio di torrenti a nuoto.
Gia' perche' si sono dimenticati di scrivere che la meta del cammino e' una piscina naturale raggiungibile solo dopo due chilometri di cui uno lo fai praticamente immerso nell'acqua.
E secondo me lo fanno apposta per vedere divertiti le facce delle signore che devono restare in reggiseno e mollare le borse e gli zainetti su uno scoglio in mezzo ad un fiume.
Chiaramente i furti sono inesistenti.
Uno che si fa sei ore nel deserto per raggiungere Karijini e ruba una borsetta viene automaticamente eliminato dal gioco.
Ricoperto di fette di salame.
E piazzato in mezzo alla prateria di notte con i dingo che se lo mangiano.

Della piscina naturale.
Poche parole.
Lo chiamano Weano Gorge.
Un lago che da una parte e' piscina e dall'altra cascata.
Freddo da un lato e caldo dall'altro.
Che se gridi fa l'eco.
E ti metti a urlare con l'acqua che ti entra dentro.


The pool

Stay tuned che chi non viene sul blog e' un classe due.

Un abbraccio.
r.

Per papa'... ora lo so che ti saranno venuti i capelli bianchi come Lippi, ma chiariamo due cose:
1. i torrenti sono iper sicuri, zero corrente e c'era una signora che sembrava lei stessa un salvagente...
2. anche se sto andando verso nord i coccodrilli qui non ci sono. Proprio nessuno. Quelli arriveranno a Darwin. Non prima.

Karijini parte prima

7 e 8 Agosto


Foresta in bianco e nero

Karijini National Park giorno uno.
Western Australia.

Quanta natura.
Tanta natura.
Che quando chiedi in giro, le poche persone che passano di qua ti dicono che e' uno dei posti piu' belli di tutta l'Australia.
Ma e' bene non crederci fino a che non ci sei dentro.
Al di la' di tutto.
Spiazzato.
Passare in poche ore dal deserto a una foresta tropicale.
Dove gli alberi giocano a legarsi tra loro.
E alla fine i nodi non li conti piu'.
Un passaggio pero' te lo lasciano sempre.
Stretto.

Fortescue Falls.
Una piccola cascata che si tuffa in un fiume.
Vecchio mille e mille anni ancora.
Che centimetro dopo centimetro ha scavato un canyon alto sessanta metri.
Dales Gorge.


Canyon

Ma e' solo l'inizio.
E lo senti che e' solo l'inizio.
Durante il cammino tutti quelli che incontri ti guardano, ridono e dicono "Umbelievable..." indicandoti la via.
E tu ci provi a camminare veloce.
Ma e' impossibile perche' ogni dieci passi la natura si diverte a distrarti.
E cosi' incroci un Dingo, il cane selvatico australiano.
Altri tre passi e ti trovi nel mezzo della Dragonflies Forest.
Dove le libellule sono piu' delle foglie degli alberi.


Libellula (Dragonfly)

E se guardi in alto, tra le rocce del gorge in controluce, il sole illumina le ragnatele.
Con tanto di ingegnere incorporato a otto zampe.
One millllion of spiders.
Parola del giorno: Spider.
Ragno.


Ragnatele

E mi sa che muovendomi verso nord ogni giorno ne vedro' sempre di piu'.
L'ultimo incontro prima del paradiso e' questa creatura.


Lizzy

Lizard.
Lucertola Vanitosa.
Che quando mi avvicino per farle una foto si mette in posa.
Forse lo sa che qua tutti la benedicono.
E' cacciatrice di mosquito.
Zanzare.

E poi.
Ti sorprende che quasi non te l'aspetti.
Che sei sudato.
Accaldato.
Non ce la fai piu' dal tanto camminare.
Che sei li' che pensi...
"Ma chi me lo ha fatto fare... mi ci vorrebbe una doccia gelata..."
E ti si presenta questo.
Una vasca naturale di acqua fresca in un pozzo scavato nella roccia profondo settanta metri.
Blu.
Blu e verde.
Blu, verde e tutti i colori che ti vengono in mente.
Ma non solo.
Perche' in mezzo alla laguna l'acqua e' davvero fredda.
Ristoratrice.
Ma le cascatelle che arrivano dirette dalla roccia sono caldissime.
Temperature e contrasti.
Perfetto.


Che nessuna foto puo' rendere l'idea

Grazie a i due pazzi francesi dell'Old Fire Station Eric e Manu che mi hanno consigliato questo posto.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' un ingegnere a otto zampe.

Un abbraccio.
r.

Tom Price

4-6 Agosto.

Tom Price.
F-Stop Blues di Jack Johnson.
Area di sosta in mezzo al nulla.
Le stelle cominciano a uscire.
E quando cominci a vedere la Southern Cross capisci che si sta facendo tardi.
Qui nesuna Orsa Maggiore.
Le costellazioni sono tutte diverse.
Emu dream e Southern Cross.
Croce del sud.
Quella della bandiera australiana.
Quella che vi dice sempre dov'e' il sud.

Giorni che i chilometri quasi non li conti piu'.
Passare dalla costa all'entroterra.
Dritto verso il Karajini National Park.

Parola del giorno: Outback.
Che tradotto significa fuori da tutto.
O.
Lontano.

Prendiamo la Route 136.
Duecentosettanta chilometri, due soste di un'ora ciascuna, ci fermiamo a dormire fino alle sette del mattino seguente.
E.
Giuro.
Non incrociamo una sola macchina.
Dieci ore sulla stessa strada e non vediamo nessuno.
Il primo incontro e' alle ore sette e venti con un camion dalle dimensione spropositate.
Quattro rimorchi.
Qui li chiamano Road Train.
Treni della strada, parola del giorno numero due.

Chilometri su chilometri.
Che quando la musica si ferma per andare a cercare un'altra canzone senti il rumore delle gomme che vanno a prendersi la fetta di asfalto seguente.
E la torta non finisce mai.
Lo spettacolo e' al tramonto.
La terra che fino a dieci minuti fa era di un colore spento sembra prendere vita.
Rossa.
Che sembra prendere fuoco dopo una giornata a fare il bagno di sole.
Ma se ti sforzi a togliere lo sguardo da questo spettacolo c'e' qualcos'altro che ti aspetta a trenta metri di altezza.
I falchi.
Che volano, fanno la ronda, cerchi dai diametri perfetti.
E le ali.
Che l'ingegnere piu' bravo del mondo non potrebbe disegnare nulla di piu' perfetto.
Forse solo Leonardo.
E forse i falchi li ha inventati lui.
Che se riesci a vedere l'ala di un falco in controluce sul sole che sta andando a fare la nanna, e' uno di quei momenti da prendere, impacchettare e mettere in saccoccia.
O nella banca dei momenti perfetti se conoscete l'indiizzo.
Ma la strada e' anche cattiva.
E' anche morte.
Road Kill.
Un cimitero di vita selvatica.
Centinaia di canguri a lato della strada.

Perche' qui la notte si verificano due fatti che insieme non vanno tanto d'accordo.
Primo.
Notte e' tempo di camion, treni della strada.
Ma anche.
Notte e' tempo di canguri che vanno a farsi una passeggiata in mezzo alla strada.
E lo spettacolo al mattino e' davvero assurdo.
Benedetto dai corvi e dagli avvoltoi che si godono il banchetto senza bisogno di andare a caccia.

Nel frattempo ho risolto definitivamente il problema di Forrest.
Un piccolo foro nel tubo del radiatore faceva evaporare l'acqua, ma ora e' sistemato e dopo seicento nuovi chilometri il livello dell'acqua non e' sceso nemmeno di un millimetro.
Grande Forrest.
Negli ultimi due giorni la strada mi ha regalato la compagnia di nuovi personaggi.
Venerdi' barbecue con Miguel, Angela e Martina (Spagna, Australia e Germania).
Cronaca del primo incontro.
Sono seduto a scrivere vicino alla spiaggia e vedo arrivare a velocita' spropositata un furgoncino che fa un salto mezzo metro sul paracarro e va ad arenarsi in mezzo a una montagna di sabbia.
Scende Martina, la ragazza tedesca alla guida, mi guarda, ride, e dice... "ho visto una strada che non c'era..."
E vi giuro che non era ne' ubriaca ne strafatta.
Don't drive tired...
Lo dicono pure i cartelli.

Citta' toccate oggi...
Exmouth, Parabardoo, Tom Price...
Per Pepo... intanto guarisci presto, ma secondo te questo Tom Price e' il fratello di Benji?

Stay tuned...
Che chi non viene sul blog e' un paracarro.

P.s.: un benvenuto ufficiale alla signora Vanna, la mamma del Mile e a Marco, il fratellino del Pepo.
P.p.s: Pepo rimettiti presto... hai visto... la vita sana e regolata non fa per te... un mese di dieta e ti viene l'appendicite acuta.

Coral Bay e Exmouth

1-4 Agosto


Fiume sulla strada

Exmouth.
North-Mandu Bay
Tutto rosso.


Tramonto

Minha Galera di Manu Chao.


Il faro di Exmouth

Sempre giorni on the road.
Strada.
Quella che ci porta dalla penisola dei delfini a quella dei coralli.


Linee


Il Tropico del Capricorno


Ponte

Coral Bay ed Exmouth, passando per il parco nazionale del Cape Range.
Qui le parole e le fotografie non possono davvero nulla.
Il mondo sotto l'acqua non e' degli uomini.
Puoi solo prendere pinne e maschera, immergerti e giocare a fare l'astronauta.
Che il viaggio dura pochi minuti.
Tutto veloce, cose nuove, mai viste in ventiquattro anni.
La manta che ti avvolge, che ti ammanta, mai nome piu' azzeccato.
Infinita.
Esistono solo due manta nursery al mondo, una e' in California e una si trova proprio qui a Coral Bay.
E' il vero motore turistico della zona, Manta bar, Manta Restaurant, Manta Backpackers...
Poi ci sono le tartarughe, quelle di "Alla ricerca di Nemo".
E c'e' pure lui, Nemo, che si nasconde tra i coralli.
Reef shark, squali del corallo, piu' eleganti dell'etoile della Scala.
I due ragazzi inglesi che nuotano con me sono fortunati e vedono il Dugongo.
Che il nome e' davvero tutto un programma.
Ma se lo vedete in faccia vi viene in mente solo una cosa... dugongo, appunto.


Yarlie Creek


Relitto


Ole, il termitaio e la natura (in basso)


Emu


Forrest si e' perso nel deserto

Il Cape Range National Park, che se guardate sulla cartina e' sul versante ovest della penisola di Exmouth, e' il paradiso per chi cerca sole e tranquillita'.
N.B.: qui tranquillita' significa essere da soli su una spiaggia lunga dieci chilometri.
Che a volte fa pure un po' paura.
Di quella buona.

Ci sono circa dieci diverse baie, la migliore delle quali e' Turquoise Bay.
Sabbia bianchissima e mare che tocca tutte le tonalite' che vanno dal verde al blu.
E detto da un mezzo daltonico...


I colori, le tartarughe e tutto il resto

Dormo in una piccola baia chiamata North-Mandu datoche mi ricorda Rino Gaetano.
Mi ritrovo al tavolo con due ragazzi inglesi, due neozelandesi, due australiani, quattro francesi, due tedeschi (i veri padroni dell'Australia) e una ragazza israeliana.
Mezzo mondo seduto allo stesso tavolo.
Tema forte.
Si parla di aborigeni.

Alla possima, dal parco di Karajini.
Spero.

Stay tuned che chi non viene sul blog e' una stella marina.

Quobba

30 Luglio - 1 Agosto

Collina dietro Coral Bay.
Western Australia.
Sempre piu' nord, sempre piu' caldo.
Con il sole che se ne va lentamente.


Risveglio

Stamattina.
Quella passata.
Villaggio di Quobba.
Iniziare la giornata cosi'.
Aprire il portellone di Forrest e vedere questo.
Che non sai se crederci o no, forse colpa degli occhi ancora assonnati.


Colazione



Campo da tennis...


Ponte

Quobba e' una localita' sperduta, circa ottanta chilometri dalla strada principale.
Tappa consigliata da Priscilla, la signora che fa le pulizie all'Old Fire Station.
Altra meta che molti si perdono, ma che vale davvero le due ora di strada extra.
Per un sacco di motivi.
Primo perche' ti permette di attraversare il Dampier Lake, un immenso lago stagionale che si riempie d'acqua solo nella stagione delle piogge.
E viste le orme delle quattro ruote motrici c'e' qualcuno che si diverte a farci le gare di trial.
Ma la vera chicca di Quobba sono le Blowshole: delle cavita' naturali che si formano negli scogli e sparano fuori getti d'acqua a pressione spropositata.
Funzionano un po' come delle camere a tenuta stagna.
Quelle dei sottomarini.
La prima onda riempie d'acqua la cavita'.
E ti spiazza.
Perche' non succede nulla.
Lo spettacolo arriva con la seconda onda.
Gayser in mezzo all'oceano.
Che se quel giorno passa pure l'amico sole, l'effetto e' un arcobaleno ogni trenta secondi.


Blowshole, arcobaleno e tutto il resto...

Quobba e' famosa tra la gente del posto anche perche' e' la patria delle Kings Wave.
Che il nome e' gia' da se' tutto un programma.
L'Onda Re.
Un onda anomala che arriva ogni tanto ed e' alta circa il triplo delle altre.
Uno spettacolo casuale che si disintegra sul Reef.
A proposito del Reef.
Quobba e' una nursery marina che fa da culla a circa un centinaio di specie protette, ma se siete amanti delle ostriche questo e' un vero paradiso.
Infatti e' permesso pescarle e ovviamente mangiarle.
La spiaggia infatti e' un reliquiario di conchiglie.
E mi sa che qualcuno che conosco e' passato di qua...


Gigi il polipo

Ieri sera grande panico per Forrest.


Grazie nastro adesivo

Il motore ci ha salutato per il troppo calore, ma dopo una sosta di fonte al mare e una bella bevuta di acqua fresca si e' rimesso in moto e va che e'
un piacere.
A proposito di acqua...
La cosa davvero divertente e' stata quella di convincere i due ragazzi tedeschi che viaggiano con me che l'acqua del mare non va bene nei radiatori dei camion.
Oggi per ringraziare il vero protagonista del viaggio gli ho comprato la tanica del refrigerante piu' costoso che c'era nel Roadhouse.
E ora se ascoltate attentamente il motore potete sentire la Cavalcata delle Valchirie.
Tranquilli che e' Forrest che sta arrivando.

Adesso la luce e' davvero rossa.
Mi tocca il compito quotidiano di preparare gli spaghetti.
Vi abbraccio tutti.
Dalla collina di Mad Max.

r.

Monkey Mia

30 Luglio


Le gemelle al tramonto

Monkey Mia.
Che e' sinonimo di delfni.
Anche se si trova nella Shark Bay.

Ma la giornata inizia un po' prima.
Shell beach e le stromatoliti.


Stromatoliti

A proposito di stromatoliti.
Se leggete il libro "In un paese bruciato dal sole" di quel santo genio di Bill Bryson avrete la decrizione piu' bella che possiate immaginare.
Ci provo in poche parole.
Le stromatoliti sono la vita.
Il primo stadio di vita sul pianeta terra.
Immaginate delle singole cellule che trattengono sedimenti di roccia e sabbia, si legano tra loro e formano delle rocce viventi.
Tre miliardi di anni.
Per tre miliardi di anni hanno lavorato ininterrottamente creando l'ossigeno che ha permesso alla vita di scendere dall'ascensore e fermarsi giusto giusto al piano terra.
O Terra con la maiuscola...

Ora sono visibili solo in tre, forse quattro posti in tutto il mondo.
Io ci ho provato a dire grazie alle stromatoliti, e non so se era il sole, ma una mi ha pure strizzato l'occhio.
Grazie stromatoliti.

Monkey Mia e' poco distante.


Catamarani nella Shark Bay

E qui il poco e' davvero relativo.
Tre ore di viaggio e' una passeggiata.
Che bello pensare che quando progettiamo di andare a Varazze sembra di andare sulla luna.
Relativita' degli spazi.
Monkey Mia non e' una citta', e' un resort dove si trova un centro di ricerca sui delfini.


Uno


Due


E tre...

Puo' sembrare una meta turistica, ma quando ti trovi a vedere un tramonto con i delfini che passano in mezzo al riflesso del sole, che sia turistico o no, te ne frega davvero poco.


Pinne in controluce


Pellicano


Mimi' e Coco'

Faccio amicizia con Alis, la ragazza che e' all'entrata del parco.
Mi da la dritta di dove parcheggiare Forrest e poter dormire gratis utilizzando tutte le facilities del Caravan Park.
Thank you Alis.


Ragno

La vera sorpresa e' trovare alcuni amici che erano passati all'Old Fire Station qualche settimana fa.
La serata va cosi' avanti tra una stellata, una birra e la cantante aborigena che suona Tracy Chapman.

Buona notte.