Notti inaspettateStorie di notti inaspettate.
Dispersi nel buio di Margaret River.
Che buio non e' buio con una luna piena.
Che viene su a ad andamento lento.
Passo blando.
Dalle colline all'orizzonte.
Finito il lavoro.
Finito il tetto e finita la casa.
Con piacevoli sorprese.
Alex.
Il manager dell'Old Fire Station.
Mi chiama per dirmi che sta per passare il week end a Margaret River in compagnia di Stephanie.
Amica storica dei primi giorni australiani.
E l'incontrarsi diventa dovere.
Passiamo la notte sulle colline.
Nella proprieta' di Curt.
Un avvocato di Perth che e' anche il padre del migliore amico di Alex.
Che si e' costruito una casa faraonica nel mezzo del nulla.
E le ha dato un nome.
Vera Cruz.
Che il nome alle cose e' un modo per darle pure un'anima.
Il portico di Vera cruzVera cruzGrigliata sotto le stelle.
E doccia.
Direttamente dal pentolone.
A piedi nudi in mezzo ai campi.
Con il rumore della tempesta di onde.
Di quell'oceano incazzato che e' a pochi chilometri.
E gli incontri, in una terra dove le centinaia di chilometri di distanza sono la norma, diventano speciali.
Quasi rituali.
Con bicchieri di vino a fare da testimoni.
Strorie di locande in mezzo al nulla.
Che nell'universo fisico fatto di coordinate geografiche non dovrebbero essere.
A volte pero' le coordinate non sono tutto.
A volte il ricordo di un posto visitato da bambino ti riporta a piacevoli sorprese.
E cosi', guidati da Curt, arriviamo alle cantine Treeton Estate.
La coppiaDove il marketing non e' ancora arrivato.
O meglio.
Vive nella sua massima manifestazione.
Quella della genuina passione per un prodotto.
Che i due proprietari nelle vene non hanno il sangue.
Hanno fiumi di Cabernet nelle arterie.
Che si trasforma in Shiraz ad ogni boccata di respiro.
Ossidazione a modo loro.
Lei.
La donna della Guadalupa.
Con il sorriso che non finisce mai.
Quello del made in Caraibi.
Che di chili ne fa poco meno di cento.
Ma quando balla con Bacco a fare da orchestrante vola leggera come la piuma di Forrest Gump.
Il gigante buonoLui.
Il genio.
Il mastro piu' lindo di tutti i detersivi.
Duecento chili.
Da non poter smettere di guardarlo.
Da non poter smettere di ascoltarlo.
Sa tutto.
La solitudine della campagna australiana lo ha portato a leggere tutto.
Ti piazza un monologo sulle imprese di Annibale e dopo due secondi allaccia il tutto alla bufala dei prodotti biologici.
Che anche in australia.
Purtroppo e' questione di chi paga per avere il marchio.
Ma poco importa.
La cosa tremenda e' che i tre litri quotidiani di vino portano ad interpretazioni storiche originalissime.
Da scriverne libri.
Raccontati con un tono monocorde.
Un LA bassissimo che non varia per ore.
Con battute esilaranti che ti fanno piegare.
Ma lui non ti da il tempo.
La sinfonia continua.
Passiamo quasi un'ora a discutere del fatto che io non posso essere italiano.
In quanto gli ricordo un torero incontrato trent'anni prima durante il suo viaggio in spagna.
Dice di non offendermi se da quel momento in poi iniziera' a chiamarmi Ricardo The Famous Spanish Bullfighter of Barcelona.
Nome completo ogni volta che mi chiede se voglio del vino.
Dice di non amare le abbreviazioni.
E poi la scena perfetta.
L'epifania.
L'illuminazione.
Una di quelle cose che fara' a pugni con poche altre scene della mia vita.
Per assicurarsi l'ultimo ricordo in punto di morte.
Che ci vorrebbe Nando Martellini a farne la teleradiocronaca.
Dieci volte campioni del mondo.
Immaginatevi l'uomo gigante.
La faccia piu' gonfia delle mongolfiere Nepalesi.
Il rosso del naso piu' rosso della terra di Siena.
Che vi parla.
Che i bicchieri di vino non riesci nemmeno piu' a contarli.
Litri di vino che diventano chili.
Sommati ad altri chili.
Che il corpo gli si gonfia ad ogni trangugiata.
La metamorfosi e' inarrestabile.
Sei li' che aspetti che dopo un esplosione si trasformi in una farfalla e se ne voli via.
E questo si chiamerebbe Fellini.
Invece.
Sai che qualcosa di strano sta per accadere.
E il tuo cervello e' troppo avido di fotografie.
Mette il rallentatore.
Effetto matrix.
Diventi il testimone privilegiato di una scena che nel mondo reale dura un millisecondo.
E invece vuoi il vino, vuoi la magia degli eventi, si dilata.
Diventa infinita.
L'ultimo bicchiere sta per essere terminato.
Una goccia di Shiraz gli schizza dalla fessura tra i due incisivi andando a macchiare la maglietta.
Il caldo gli fa sudare la fronte.
Sembra una fontana.
Eccesso di polifenoli nel sangue.
Respiri tanninici.
Riverberi dal diaframma.
Che vanno a congestionarsi alla bocca dello stomaco.
E quando tenti di comprimere un pallone aereostatico gli effetti sono aime' talvolta prevedibili.
In un caso di variabili entro la media un Nostradamus moderno potrebbe facilmente prevedere un emissione d'aria dalle fauci comunemente chiamata "rutto".
Lo stesso che per i neonati e' definito teneramente "ruttino".
Ma per lui.
Per questa creatura geniale divertente e orchesca no.
No.
Cio' che ne esce e' una compressione di aria dalle dimensioni titaniche.
Ciclopica.
Pantagruelica.
Giganti incatenati nella fornace di un vulcano.
L'espansione vettoriale della bonbardata nucleare che gli riverbera dai meandri del corpo e' assolutamente anti fisica.
Contro ogni legge scolastica e libresco liceale.
L'esplosione dovuta da una remota implosione si dirama in orizzontale e in verticale.
Spirali della danza di un derviscio.
Orgasmo di natura bestiale.
E le gambe della sedia iniziano a scricchiolare.
E' la faglia di sant' Andrea che sta schiacciando il proprio pacco sul fondoschiena della signorina Tijuana.
Alle porte del messico.
Tettonica a zolle.
E l'eccitazione e' troppa.
La sedia esplode.
Polverizzata.
Nebulizzata.
E lui.
Il genio.
Si ritrova sospeso nell'aere.
Poesia dantesca.
La levitazione del gigante.
E non e' un'allucinazione.
L'espressione che ne deriva e' quella di Willie il Coyote prima di precipitare giu' dal canyon.
Il congedo e' quasi commovente.
Il volo interminabile.
La testa che si piega all'indietro.
Il bacino va incarpiendosi.
Le braccia iniziano a volteggiare.
Remando cercando l'attrito dell'aria calda e umida.
Cio' che sta accadendo e' epico.
E' il baricentro del terremoto.
Una nonna copre gli occhi del nipotino.
Visione traumatica.
E il tonfo.
Profondo.
Buio.
Infinito.
Gandalf che abbandona la compagnia dell'Anello.
Nella fossa insieme al Balrog.
La madre di tutte le cadute.
La caduta degli deiE l'illuminazione finale e' li' davanti a te.
Sei stato spettatore involontario di uno di quegli eventi che ha cambiato il nostro tempo.
Per scoprire la gravita' Newton venne illuminato dalla mela che gli cadde in testa.
Invece la caduta del gigante buono (non in testa perche' se no muori) ti porta ad una scoperta ancora piu' importante.
Che.
Quaranta bicchieri di vino.
Pesano piu' di uno soltanto.
Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' Ricardo the famous spanish bullfighter of Barcelona.