mercoledì, marzo 21, 2007

L'ebbro peso del vino


Notti inaspettate

Storie di notti inaspettate.
Dispersi nel buio di Margaret River.
Che buio non e' buio con una luna piena.
Che viene su a ad andamento lento.
Passo blando.
Dalle colline all'orizzonte.

Finito il lavoro.
Finito il tetto e finita la casa.
Con piacevoli sorprese.
Alex.
Il manager dell'Old Fire Station.
Mi chiama per dirmi che sta per passare il week end a Margaret River in compagnia di Stephanie.
Amica storica dei primi giorni australiani.
E l'incontrarsi diventa dovere.

Passiamo la notte sulle colline.
Nella proprieta' di Curt.
Un avvocato di Perth che e' anche il padre del migliore amico di Alex.
Che si e' costruito una casa faraonica nel mezzo del nulla.
E le ha dato un nome.
Vera Cruz.
Che il nome alle cose e' un modo per darle pure un'anima.


Il portico di Vera cruz


Vera cruz

Grigliata sotto le stelle.
E doccia.
Direttamente dal pentolone.
A piedi nudi in mezzo ai campi.
Con il rumore della tempesta di onde.
Di quell'oceano incazzato che e' a pochi chilometri.

E gli incontri, in una terra dove le centinaia di chilometri di distanza sono la norma, diventano speciali.
Quasi rituali.
Con bicchieri di vino a fare da testimoni.
Strorie di locande in mezzo al nulla.
Che nell'universo fisico fatto di coordinate geografiche non dovrebbero essere.
A volte pero' le coordinate non sono tutto.
A volte il ricordo di un posto visitato da bambino ti riporta a piacevoli sorprese.
E cosi', guidati da Curt, arriviamo alle cantine Treeton Estate.


La coppia

Dove il marketing non e' ancora arrivato.
O meglio.
Vive nella sua massima manifestazione.
Quella della genuina passione per un prodotto.
Che i due proprietari nelle vene non hanno il sangue.
Hanno fiumi di Cabernet nelle arterie.
Che si trasforma in Shiraz ad ogni boccata di respiro.
Ossidazione a modo loro.

Lei.
La donna della Guadalupa.
Con il sorriso che non finisce mai.
Quello del made in Caraibi.
Che di chili ne fa poco meno di cento.
Ma quando balla con Bacco a fare da orchestrante vola leggera come la piuma di Forrest Gump.


Il gigante buono

Lui.
Il genio.
Il mastro piu' lindo di tutti i detersivi.
Duecento chili.
Da non poter smettere di guardarlo.
Da non poter smettere di ascoltarlo.
Sa tutto.
La solitudine della campagna australiana lo ha portato a leggere tutto.
Ti piazza un monologo sulle imprese di Annibale e dopo due secondi allaccia il tutto alla bufala dei prodotti biologici.
Che anche in australia.
Purtroppo e' questione di chi paga per avere il marchio.
Ma poco importa.

La cosa tremenda e' che i tre litri quotidiani di vino portano ad interpretazioni storiche originalissime.
Da scriverne libri.
Raccontati con un tono monocorde.
Un LA bassissimo che non varia per ore.
Con battute esilaranti che ti fanno piegare.
Ma lui non ti da il tempo.
La sinfonia continua.
Passiamo quasi un'ora a discutere del fatto che io non posso essere italiano.
In quanto gli ricordo un torero incontrato trent'anni prima durante il suo viaggio in spagna.
Dice di non offendermi se da quel momento in poi iniziera' a chiamarmi Ricardo The Famous Spanish Bullfighter of Barcelona.
Nome completo ogni volta che mi chiede se voglio del vino.
Dice di non amare le abbreviazioni.

E poi la scena perfetta.
L'epifania.
L'illuminazione.
Una di quelle cose che fara' a pugni con poche altre scene della mia vita.
Per assicurarsi l'ultimo ricordo in punto di morte.

Che ci vorrebbe Nando Martellini a farne la teleradiocronaca.
Dieci volte campioni del mondo.
Immaginatevi l'uomo gigante.
La faccia piu' gonfia delle mongolfiere Nepalesi.
Il rosso del naso piu' rosso della terra di Siena.
Che vi parla.
Che i bicchieri di vino non riesci nemmeno piu' a contarli.
Litri di vino che diventano chili.
Sommati ad altri chili.
Che il corpo gli si gonfia ad ogni trangugiata.
La metamorfosi e' inarrestabile.
Sei li' che aspetti che dopo un esplosione si trasformi in una farfalla e se ne voli via.
E questo si chiamerebbe Fellini.
Invece.
Sai che qualcosa di strano sta per accadere.
E il tuo cervello e' troppo avido di fotografie.
Mette il rallentatore.
Effetto matrix.
Diventi il testimone privilegiato di una scena che nel mondo reale dura un millisecondo.
E invece vuoi il vino, vuoi la magia degli eventi, si dilata.
Diventa infinita.

L'ultimo bicchiere sta per essere terminato.
Una goccia di Shiraz gli schizza dalla fessura tra i due incisivi andando a macchiare la maglietta.
Il caldo gli fa sudare la fronte.
Sembra una fontana.
Eccesso di polifenoli nel sangue.
Respiri tanninici.
Riverberi dal diaframma.
Che vanno a congestionarsi alla bocca dello stomaco.
E quando tenti di comprimere un pallone aereostatico gli effetti sono aime' talvolta prevedibili.
In un caso di variabili entro la media un Nostradamus moderno potrebbe facilmente prevedere un emissione d'aria dalle fauci comunemente chiamata "rutto".
Lo stesso che per i neonati e' definito teneramente "ruttino".
Ma per lui.
Per questa creatura geniale divertente e orchesca no.
No.
Cio' che ne esce e' una compressione di aria dalle dimensioni titaniche.
Ciclopica.
Pantagruelica.
Giganti incatenati nella fornace di un vulcano.
L'espansione vettoriale della bonbardata nucleare che gli riverbera dai meandri del corpo e' assolutamente anti fisica.
Contro ogni legge scolastica e libresco liceale.
L'esplosione dovuta da una remota implosione si dirama in orizzontale e in verticale.
Spirali della danza di un derviscio.
Orgasmo di natura bestiale.
E le gambe della sedia iniziano a scricchiolare.
E' la faglia di sant' Andrea che sta schiacciando il proprio pacco sul fondoschiena della signorina Tijuana.
Alle porte del messico.
Tettonica a zolle.
E l'eccitazione e' troppa.
La sedia esplode.
Polverizzata.
Nebulizzata.
E lui.
Il genio.
Si ritrova sospeso nell'aere.
Poesia dantesca.
La levitazione del gigante.
E non e' un'allucinazione.
L'espressione che ne deriva e' quella di Willie il Coyote prima di precipitare giu' dal canyon.

Il congedo e' quasi commovente.
Il volo interminabile.
La testa che si piega all'indietro.
Il bacino va incarpiendosi.
Le braccia iniziano a volteggiare.
Remando cercando l'attrito dell'aria calda e umida.
Cio' che sta accadendo e' epico.
E' il baricentro del terremoto.
Una nonna copre gli occhi del nipotino.
Visione traumatica.

E il tonfo.
Profondo.
Buio.
Infinito.
Gandalf che abbandona la compagnia dell'Anello.
Nella fossa insieme al Balrog.
La madre di tutte le cadute.


La caduta degli dei

E l'illuminazione finale e' li' davanti a te.
Sei stato spettatore involontario di uno di quegli eventi che ha cambiato il nostro tempo.
Per scoprire la gravita' Newton venne illuminato dalla mela che gli cadde in testa.
Invece la caduta del gigante buono (non in testa perche' se no muori) ti porta ad una scoperta ancora piu' importante.

Che.
Quaranta bicchieri di vino.
Pesano piu' di uno soltanto.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' Ricardo the famous spanish bullfighter of Barcelona.

8 Comments:

Anonymous Anonimo said...

finalmenteeeeeeeeeeeee.........anche tu ricky però di vino ne devi aver bevuto per scrivere cosi........ma in tre settimane bastano per avvicinarsi minimamente ad un viaggio come il tuo...

9:51 AM  
Anonymous Anonimo said...

spettacolare il gigante buono!!!!! finalmente il tuo scrivere potrebbe far volare anche il tuo omico gigante buono. continua cosi' e fammui sognare. anche se la voglia di averti a casa e' tanta tanta tanta.bacio bacio.CINZIA

1:32 PM  
Anonymous Anonimo said...

e se invece del rutto avesse fatto una sc...... ia? si sarebbe formato un cratere che vi avrebbe portato al nucleo terrestre? Grandissimo e bellisssimo scritto, va bene che ti ho iniziato al vino, ma adesso non esagerare. ciao papà

2:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

bentornato ricky
mi mancavano i tuoi scritti
ohi io sono tornato a saronno
da qualche giorno
per qualche mese
giusto il tempo di sistemare un pò di cose
e raccattare due euro
per partire
stavolta per tanto spero!
un abbraccio
davide

4:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

ciao quadre finalmente un botto nell'infinito silenzio del blog dopo quaranta e passa giorni che vedevo sempre lo stessso spot!

ormai pensavo che ti fossi quasi disperso nell'ostello per goderti questi delicati attimi della tua avventura per non dire un termine che so ti farebbe male!

qua tutto bene anke gli altri, almeno cosi' sembrerebbe, chiaro che manki un casino ...
oh non lasciarci al buio per lungo ancora, quando vuoi sai che il sabato pomeriggio da noi per sentirci e' ok.
sabato ti ho scritto perche' da me c'erano ale e matto ma poi mi sono accorto che ti ho scritto sul cell italia, ops.........
a presto
Mape

10:37 PM  
Blogger Giovanni Velluto said...

Oro! Avrei pagato oro per assistere a quella scena!
Benvenuto nel club del "non è vero che sei italiano" caro il mio Ricardo the famous spanish bullfighter; a me per ora han dato del tedesco, americano, irlandese, australiano e... svizzero, no dico, SVIZZERO!
Ci vediamo tra una settimana scarsa bello mio!
E metteremo a ferro e fuoco Freemantle!

See ya

5:50 AM  
Blogger marshall said...

Ti mancano solo la metrica perfetta e la rima baciata o incatenata, e poi il mini Poema, stile Dante o Ariosto, sarebbe perfetto.
Comunque, persevera! Sei sulla buona strada!
Dalle foto e dai racconti, ne deduco che in Italia ti rivedremo da turista.

Ciao.
A presto.

6:03 PM  
Anonymous Anonimo said...

ma non c'è più nessuno?



ogni mattina mi trovo solo a leggere....ora vado a ripescare maybe cosi diamo scintilla all adiscussione ....

9:43 AM  

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