lunedì, dicembre 25, 2006

Max e Rosie



Tasmania.
Sempre un po' piu' su.

Sulla strada accadono cose strane.
Oggi ne e' successa una bellissima.

E' successo che mentre guidavo a fianco della foce del fiume Huon vedo un panorama bellissimo.
Purtroppo la strada e' stretta e devo fare duecento metri prima di trovare uno spiazzo dove parcheggiare Forrest.
Prendo la macchina fotografica, chiudo il furgone, mi giro e vedo schizzare una macchina grigia che mi inchioda davanti.
Scende un signore sui settanta iper atletico che mi guarda e sta zitto.
Appena faccio per dire qualcosa mi blocca e mi dice.

Dai! Salta in macchina che da casa mia il lago si vede meglio.


El sciur Max

Guardo su per la strada e vedo la moglie che mi saluta sbracciandosi.
Mi da un passaggio fino a casa sua e mi fa fare il giro turistico della proprieta'.
Mi suggerisce pure degli angoli che secondo lui grantiscono uno scatto "dramatic".


Il giardino

Mi lascia per qualche minuto.
Io nel frattempo scatto un po' di foto.
Dopo un po' torna per dirmi che il caffe' e' pronto.
Pazzesco.
Facciamo colazione tutti e tre assieme col cane che tenta di rubarmi la torta allo zenzero preparata da Rosie.
Voglio dire.
La torta allo zenzero preparata da Rosie.
E' il titolo di una puntata della Casa nella Prateria.

Loro si chiamano Max e Rosie Johnston.
Lui e' un ex colonnello dell'esercito.
Lei e' la donna piu' dolce che si possa incontrare.
E basta guardare il giardino per capirlo.
Originari di Melbourne, dopo aver girovagato tutta la vita per l'Australia, tra una base militare e l'altra, partono alla ricerca del luogo dove passare la propria vecchiaia assieme.
Dopo due anni di ricerca lo trovano.
Un posto magico.
Una casa da favola Sulle rive di un fiume che sta diventando mare.
Acqua salata a destra, acqua dolce a sinistra.
Una vista mozzafiato.
Ma una cosa ben piu' importante.
Hanno trovato il proprio paradiso e ti ci fanno entrare a vederlo.
A goderne un pochino pure te.

Capitale a testa in giu'


Monte Wellington


Il porto di Hobart


Hobart e nuvole

Polo chiama Polo



Swansea.
East Coast della tasmania.

Cose strane della natura.
Da queste parti ha comprato casa un uccello.
Il vero nome e' Short-Tailed Shearwater.
Ma tutti lo chiamano Mutton Birds.

Ogni anno, a marzo, lascia le coste della Tasmania e parte per un viaggio.
Quindicimila chilometri.
Passando per tropici ed equatore.
Climi torridi e tempeste di sabbie.
Fino a raggiungere il Polo Nord.
E una volta arrivato.
Si riposa.
Si gode l'aria gelida e l'acqua ricca di pesci.
Ma dopo qualche mese gli viene nostalgia di casa.
Fa le valigie.
E riparte.
Altri quindicimila.
E torna esattamente nel suo nido qui a Swansea.


Aspettando i Mutton Birds

Da questo piccolo molo, verso sera, si possono vedere i Mutton Birds, che tornano dopo una giornata di pesca in pieno Oceano.

Dimenticavo.
Il perche' di questo viaggio e' sconosciuto.
Nessuna spiegazione scientifica.

Arve Forest


Arve Forest

Tasmania.
Che quando sei cosi' a sud.
Che non puoi piu' continuare.
Devi soltanto fare inversione e tornare indietro.
Andando verso nord.

Magari passando per l' Arve Forest.
Una foresta sempre giovane.
Qui si sta portando avanti da quaranta e piu' anni il progetto di Clearfilling.
In poche parole.
Una foresta giovane e' piu' attiva nellla produzione dell'ossigeno.
Inoltre ogni pianta, quando e' giovane e verde, ha piu' acqua al suo interno.
E l'umidita' e' la migliore difesa contro gli incendi, che qui, a causa dei venti fortissimi, diventano incontrollabili.
Per mantenere la foresta viva e attiva, ogni pianta alla fine del proprio ciclo vitale, viene rimpiazzata da cinque nuovi arbusti.
Eliminando le piante piu' alte, si garantisce alle nuove arrivate una quantita' di luce omogenea.
E il risultato e' davvero incredibile.
Una foresta in divenire.
Una foresta spettacolarmente in vita.


Eucalipto gigante

Ma le piante alte piu' di 85 metri.
Quelle no.
Quelle non si possono toccare.
Sono monumenti nazionali.
Come il Big Tree.
Un Eucaliptus Regnans alto 87 metri.
Con le sue 405 tonnellate di peso e' una delle tre creature piu' voluminose sulla terra.
In compagnia di sequoie e balene.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' una particella di azoto.

Balenieri e aria pura


Humpback Whale (foto rubata)

Tasmania.
Molto, ma molto a sud.

South Cape Bay.
Il posto piu' a sud dell'Australia.
Fuori da mondo.
Corrono i paralleli 40 e 60.
Dentro queste latitudini ci sono soltanto altri due posti.
Il sud della Nuova Zelanda.
E la Tierra del Fuego.
In Argentina.
Poi solo ghiacci.
La Recherche Bay, a pochi chilometri da qui, reclama il titolo di luogo con l'aria piu' pulita sulla terra.
Il movimento di rotazione terrestre crea dei venti gelidi e fortissimi che depurano l'ambiente.
Quindi.
Chiudere gli occhi e respirare profondamente.
Anzi.
Gli occhi e' meglio tenerli aperti.
Il posto e' semplicemente belissimo.


Proxima estacion Antartica

La strada sterrata che ti porta qui lo rende isolato e fuori dal circuito turistico.
E pensare che questo era un luogo trafficato fino a meta' novecento.
Trafficato e' un parolone, pero' questo era un luogo molto attivo.
Era una delle capitali della caccia alle balene.
Purtroppo ai tempi (si parla di 1836-1950) la cultura ambientale era diversa.
La balena era soltanto carne.
Olio.
E soldi.
E la parola estinzione ti faceva venire in mente solo i dinosauri.

La cosa che fa davvero effetto e' pensare che quando il mondo stava cambiando.
Rivoluzioni industriali.
Guerre di indipendenza.
Macchina a vapore.
Aereoplani.
Moti rivoluzionari.
Prima Guerra Mondiale.
Cinematografo.
Picasso.
Robert Capa.
Qui c'erano poche decine di uomini e donne.
Ai confini del mondo che conosciamo.
Che si alzavano la mattina.
Armavano le loro navi e partivano alla caccia.
Cosi' per giorni, mesi, anni.
Senza che tutti gli altri eventi li toccassero.
L'evento qui era una nave che si incagliava nel reef.
Era una balena dalle dimensioni fuori dal comune.
Da costruirci sopra storie che diventavano piano piano leggende.
L'evento erano quelle masse di ghiaccio infinite che ogni tanto arrivavano dalla vicina Antartide.
Iceberg.

E un po' te li vedi quei marinai che e' tre ore che fissano la preda.
Sudati nonostante l'aria freddissima che gli soffia sul collo.
E magari uno alza la testa perche' ha i capelli che gli entrano negli occhi.
E vede una montagna bianca che si avvicina.
Arrivando dal nulla.
Da dove finisce il mondo.
Loro che alla fine del mondo c'erano gia' cosi' vicini.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' un fratello Lumiere.

lunedì, dicembre 18, 2006

Alberi giganti e salmoni affumicati



Tasmania.
Un po' piu' a sud.

Con sole.
E pioggia.
E grandine.
E neve.
E poi ancora sole.
Che il tempo qui cambia nel giro di pochi minuti.

Due parchi nazionali.
Il Lake St. Clair National Park e il Mount Field National Park.
Tagliati a meta' dal Franklin River.
Il fiume piu' importante della Tasmania.
Uno dei grandi corsi d'acqua dell'Australia.
E' visto dai pescatori come una sorta di santuario.
Salmoni e trote qui vanno di moda.
E sono buonissimi.
Per assaggiarli basta fermarsi nelle fattorie dove li affumicano.
Do you wanna taste some smoked fish?


Fuochi

Lake St. Clair ha una delle aree da campeggio piu' belle che abbia visto in questi mesi.
Non tanto per la doccia calda.
Non tanto per la legna gia' tagliata per il falo' notturno.
Non perche' si affaccia su Platypus Bay.
Dove se sei fortunato e paziente puoi incontrare il mitico Ornitorinco.
La cosa davvero speciale e' che ti ritrovi a cenare con una coppia di wallabies (piccoli canguri).
Un Opossum che sembra gonfiato ad aria compressa dal tanto che e' grasso.
E un corvo nero come il nero dei sogni brutti.
Con gli occhi gialli piu' brllanti dell'oro.
Che ti aspetti che da un secondo all'altro inizi a parlarti o a leggerti la mano.



Una nota a parte poi meritano i tronchi degli alberi.
Le continue piogge e la miriade di fiumi e torrenti che ci sono qui creano le condizioni perfette per il muschio.
Un solo albero e' sufficiente a tappezzare i presepi di un intero quartiere.
Che poi quando si e' messi proprio male puoi pure rifare il manto a San Siro.
Sempre a proposito di alberi.
In queste zone cresce il Gum Tree.
Albero della gomma.
In latino il nome suona un po' piu' serio.
Un po' piu' altezzoso.
Eucalyptus Regnans.
Il re degli Eucalipti.
Uno dei tre alberi piu' alti del mondo.
Con uno strano strumento chiamato Clinometro e' possibile calcolarne l'altezza.
Quello che misuro fa 79 metri!


Oualid e la pianta di fagioli

Scopro poi che quando il signor Abel Tasman approdo' per primo sulle rive della Tasmania.
Bene.
L'albero gigante era poco piu' che arbusto.
Quasi quattrocento anni di vita.
Che poi non deve mai essersi annoiato in tutto questo tempo.
Perche' mettere le radici sulle rive della cascata di Russel Falls.
Stai sicuro.
Che ogni mattina sara' la mattina di un giorno migliore.



Ale'.
Stay tuned.
Che chi non viene sul blog ci misuriamo l'altezza col clinometro.

Ocean Beach


Forrest e Oualid

Tasmania.
Tanto ad Ovest che ritrovi il mare.

Strahan.
L'unica citta' della costa occidentale.
Una piccola comunita' di pescatori che sorge sulle foci del King River.

La meta e' Ocean Beach.
Un nome che puo' non dire molto.
Ma in realta' e' un luogo speciale.
Di pace e tranquillita' per alcuni.
Molto triste per altri.
Qui e' il luogo dell'emisfero Australe dove le balene Pilota vengono ad arenarsi.
Per quello che e' un fenomeno naturale senza spiegazione scientica.
Mille teorie.
Nessuna certezza.
Ma.
Se un animale ha la possibilita' di scegliere il posto dove morire.
E sceglie uno dei posti piu' belli in assoluto.
Forse la scienza non e' la materia adatta a dare spiegazioni.


Macchine, spiagge e messicani

Tutto il resto le parole non possono dirlo.
E le foto.
Nemmeno quelle.
Perche' fare trenta chilometri a bordo di Forrest.
Sulla spiaggia.
Con le onde del mare che arrivano a toccare le ruote.
E' troppo.

Uno di quei posti che avrei voluto vedere con voi.
Per ritrovarci tra vent'anni.
E dire.
Ma ti ricordi di quella volta...

Ciao.

Il lago e il corvo ballerino


Cradle Mountain

Tasmania.
Nord Ovest.
Cradle Mountain National Park.

Cradle Mountain.
Per la Tasmania questa non e' soltanto una montagna.
E' il simbolo della natura incontaminata e pura di questa terra.
Una natura che ti permette di bere direttamente dai fiumi.
Una natura dove l'aria e' cosi' fresca che ti entra dentro fino allo stomaco.
Che devi dosare i respiri.

La vallata ai piedi di Cradle Mountain e' costellata da un numero infinito di laghi.
Il piu' grande e' il Dove Lake.
Per costeggiarlo ti ci vogliono circa tre ore.
Ma ogni passo e' ben speso.
Poche decine di metri e il panorama cambia completamente.
A volte ti apre la vista su due laghi che sembrano attorcigliarsi (Twisted Lakes).
Pochi minuti dopo sei sul bordo di un canyon che si tuffa nel lago con un volo di cinquanta metri.


Dove Lake

Cradle Mountain e' il punto di partenza dell'Overland Track.
Uno dei percorsi trekking piu' famosi al mondo.
Ottantatre' chilometri su e giu' per i monti e le vallate di questo immenso parco nazionale.
In media ci vogliono circa sei giorni per completarlo.
Ogni quindici chilometri si trova una piccola baita in legno deove e' possibile passare le notti.
Per curiosita' arrivo a vedere la prima.
E' tenuta benissimo.
Con una stufa a carbone nel mezzo della sala principale.


Sonic

L'Overland Track sembra davvero essere una di quelle cose che ti restano dentro tutta la vita.
Purtroppo c'e' un grande problema.
Quello del cibo.
I viveri per sei-otto giorni hanno un peso non indifferente.
Che quando devi fare seicento metri di dislivello vengono moltiplicati col fattore esponenziale.
E le ginocchia.. anche se di matematica non ci hanno mai capito niente, iniziano a scricchiolare.
Passo le due notti alle porte del Parco.
Con un corvo che ha deciso di ballare tutta la prima notte.
Purtroppo la pista da ballo del novello Tony Manero e' la cappotta di Forrest.
Provo pure con le mele.
La prima la lancio lontana per fargliela mangiare.
Con la seconda tento di abbatterlo.
Purtroppo i corvi sono furbissimi, non idioti come quello della favola di Fedro.
Mi addormento quando il dj piazza un lento.
E il passo del corvo si fa felpato.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' la signora Rottermaier.

Del verde



Tasmania.
Primi tre giorni.

Uno di quei posti che se trovi un pittore.
Spera che sia ispirato.
Che magari sulla tela ti piazza qualcosa che ci assomigli almeno un poco.
A questa Tasmania.

Ultimo lembo di terra prima dei ghiacci.
Prima dell'Antartide.
E il viaggio sulla nave che da Melbourne ti porta a Davenport un po' di quell'aria gelata te la sbatte in faccia.
A venti nodi.
Tutta d'un tratto.
Che non te l'aspetti.
Proxima estacion.
Antartica.


Spirit of Tasmania

Il viaggio lo fai di notte.
Dieci ore in pieno Oceano.
E la partenza all'imbrunire ha una ragione.
Il tratto di mare che separa la Tasmania dalla mamma terra infatti e' uno dei piu' difficili al mondo.
Se qualcuno segue la vela sapra' che la mitica regata Sydney-Hobart (capitale della Tasmania) ogni anno inghiotte imbarcazioni milionarie.
Per fortuna che di sera l'Oceano un pochino si stanca.
E in Tasmania ti fa arrivare.
Con il fido Forrest che se la dorme in sottocoperta.
Ora.
Dorme e' un po' un azzardo.
Perche' parcheggiata davanti a lui c'e' una macchina particolare.
Una Fiat Mirafiori verde.
Un cimelio da kolossal fantozziano.
Targata Tasmania.
E Forrest inizia a sudare.
Olio.
Mmm signorina Silvani...

Tanto verde in questa Tasmania.
Verde dell'erba.
Verde di piante che crescono solo qui.
Come il Pencil Pine.
Specie unica al mondo, che arriva direttamente dall'ultima Glaciazione.
Gli hanno dedicato pure un lago.
Il Pine Lake.
Uno specchio d'acqua nel mezzo di una vallata scolpita dai venti gelidi e fortissimi.
Che per la natura e' proprio dura mettere radici qui.
Negli ultimi milioni di anni c'e' riuscito soltanto questa specie particolare di pino.
Gli altri coinquilini della zona sono i mitici Muschi e Licheni.
Di quelli che non puoi dire solo Muschi o solo Licheni.
Da che mondo a che mondo ci sono Bonnie e Clyde.
Stanlio e Olio.
Toto' e Peppino.
E perche' no... Muschi e Licheni.


I pecuri

Dallo scenario lunare pui scappare in un quarto d'ora.
Dopo dieci chilometri il paesaggio cambia completamente.
Una foresta intricatissima che cresce intorno al bacino dalle Liffey Falls.
Per arrivarci bisogna scarpinare per circa cinque chilometri.
Ma la vista finale vale la faticata.
Tutto arricchito da un incontro inaspettato.
Un serpente nero che mi attraversa noncurante la strada.
Il primo vero serpente che incontro in Australia.



Il secondo e il terzo giorno se ne vanno camminado.
Scivolando.
Sudando.
Cadendo.
Nuotando.
Una camminata di otto ore attraverso la Great Western Tiers Conservation Area.
La scalata del monte Wild Dog fino a raggiungere le cascate di Meander.
Mi addormento stanchissimo dopo aver pranzato.
Pennichella ad alta quota.
Con un sole che oggi si e' svegliato di buon umore.
Strana cosa qui in Tasmania.
Mi sveglio con due Wallabies (picoli canguri) che stanno bevendo direttamente dalla fonte.
Purtroppo faccio rumore per prendere la macchina fotografica e schizzano nella foresta.




Piccoli in arrivo

In due giorni di cammino e campeggio non incontro nessuno.
Forrest si riposa in uno spiazzo che trovo nella via attraverso i boschi.
Senza accorgermi della sorpresa.
Un fiume li' a due passi.
Dove le trote si fanno l'idromassaggio.
Mentre te.
Alla mattina.
Invece di lavarti la faccia.
Ti tuffi direttamente nella vasca da bagno.
Gelata.
Che ti sveglia piu' di venti caffe'.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' un Miniratto in pasto al s"a"rpente.