venerdì, agosto 11, 2006

Onde e pinnacoli

26 - 28 Luglio


La strada

Sempre notte.
Kalbarri.
Settecento chliometri a nord di Perth.
Father and son di Cat Stevens.
Millenni che non ascolto questa canzone.

Giorni di viaggio.
Giorni on the road.
Sulla strada.
Chilometro dopo chilometro.
Che se Forrest non si stanca di correre, di cose da vedere ce ne sono a non finire.
Che non fai in tempo a salutare Fremantle, Perth e le spiagge amiche che sei subito in un altro mondo.
Fuori dalla civilta'.
Che poi dipende.
Perche' puoi non vedere persone.
Puoi non incrociare una macchina per piu' di venti minuti in autostrada.
Ma la vita la senti.
Attraverso il profumo di mille vigneti.
Aziende vinicole.
Winery le chiamano qui.
E allora sei certo che quelle bottiglie di vino ne faranno incontrare di persone.
E' quello che vedi la prima ora di viaggio.
Si chiama Swan Valley.

Poi comincia il bush.
La prateria.
Cespugli, piante strane, spinifex, dianella revoluta e corvi.
Spazi infiniti.
Nessuno in giro.
Nessuno in strada.
E cosi' per ore.


Run Forrest

La prima tappa e' il Pinnacles Desert.


Magia


Pinnacles desert

Una serie infinita di pinnacoli (giuro... trovate una parola migliore per descrivere questi... ehm pinnacoli e vi mando una bistecca di canguro).
La vera stranezza di questo deserto e' che non ti aspetteresti mai di trovartelo nel posto in cui e'.
Voglio dire, percorri centinaia di chilometri, il paesaggio non cambia di molto e a un certo punto ti trovi in mezzo a un esercito di soldatini di roccia dorata.
E dopo tre chilometri in cui la natura si esprime nella sua piu' totale innaturalezza, tutto torna come prima.
Esercito in via di estinzione.


Corazza

La prima notte la passo in un area di ristoro a pochi chilometri dalla Northern Highway.
Nessuna luce nel giro di un centinaio di chilometri.
E le stelle cominciano a cadere.
Parola del giorno: shooting star.
Stella cadente.
Qui incontro il mitico Greg, un signore sui sessantacinque che si sta girando il Western Australia col suo caravan.
Una casa portatile alta due piani.
Gli chiedo qualche dritta per le aree di sosta non a pagamento e dopo dieci minuti torna con un regalo perfetto: la guida delle aree free.
Mi spiega che pochi giorni si e' comprato la nuova edizione cosi' puo' dare a me quella vecchia.
Thanks Greg.

Il secondo giorno di viaggio e' giorno di pioggia.
Quella che cade a goccioloni.
Tergicristalli in quinta.
Che vuol dire correre piu' forte di Forrest.
Unica tappa la citta' di Geraldton.
L'obiettivo di una giornata di pioggia in questa zona e' quello di portarsi il piu' vicino possibile al parco nazionale di Kalbarri.

Un gioiello.
Molti turisti non si fermano a visitarlo per svariati motivi.
Un po' perche' a circa sessanta chilometri dalla strada principale e un po' perche' a questo punto del viaggio comincia a farsi pressante la voglia di raggiungere Monkey Mia e i suoi delfini.
Se pero' metti la freccia a sinistra e nel parco ci vai per davvero allora decidi di fermarti due giorni.
E vedi bene di scappare al terzo perche' altrimenti questo posto di da dipendenza.
Drogato di bellezza.
Di un canyon vecchio centottanta milioni di anni.
Scavato da un fiume, Murchison River.


Per un pugno di dollari


The Window

A proposito qua canyon si dice Gorges...
Faccio un pezzo di strada scortato da questo pazzo centauro che vedete nella foto.
Tale Andrew Hamilton from Tasmania.
Detto "il gioviale".
Mi lascia mail, numeri di telefono e mappa incorporata del posto dove vive.
See ya in Tasmania Andrew Hamilton.
Parco difficile da descrivere.
E nemmeno le foto rendono l'idea.


Acqua e miraggi


The beach

Ma la cosa davvero sorprendente e' la cittadina di Kalbarri
A meta' tra O.C. e il posto di Dawson's Creek.
Con le onde che battono il tempo.
E quelli che le onde le cavalcano.
O che semplicemente aspettano.



Vi abbraccio.
E.
Vi saluta pure il rumore delle onde.

r.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

finalmente !!!!! spettacolari le foto ma ne vogliamo una tua .baci cinzia.

9:28 AM  
Anonymous Anonimo said...

Bella riki!, aloora siamo entrambi persi nel silenzio della natura... solo che io torno a casa domani notte, ma e' stato grandioso passare un mese in questa terra... ieri ho conosciuto un ragazzo australiano qui a reykjavik, it's crazy! see ya! hugs
Ema

1:46 PM  
Anonymous Anonimo said...

favoloso, che esperienza. ti do una bella notizia, quei vergognosi che hanno il coraggio di portare il tricolore sulla maglia non vinto sul campo, ma regalato da prezzolati, hanno già perso questa sera con la sempre grande e magica juve per 1 a 0. tho, mancini, ciapel sott e porta a ca.

9:48 PM  

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