giovedì, giugno 08, 2006

Rottnest Island (parte prima)



Rottnest Island.
Western Australia.

Che se guardate la cartina e' solo un puntino davanti a Perth.
Ma anche un punto puo' cambiare il senso di una frase.

Mi gira la testa.
Ho dormito tre notti su una barca e ora ho il mal di terra.
No credevo fosse possibile.

Con ordine.
Vi ricordate di Jim, lo scozzese dell'agenzia dove ho lavorato?
Succede che chiama qui in ostello per invitarmi a trascorrere tre giorni sull'isola di Rottnest Island.
A bordo dell'Atami.
La sua barca.
Che se guardi vicino al timone ti accorgi che ha vinto per tre anni il premio di migliore barca in legno del porto di Perth.



Piccola parentesi.



Jim.
Quarantre' anni, scozzese.
A venticinque anni parte per il circolo polare artico, dove lavora nell'ufficio postale di un villaggio di Eschimesi.
Ci rimane per un anno e nel frattempo si fidanza con una ragazza del posto.
Torna in Scozia per due anni, ma riparte prima per gli Stati Uniti e poi per il Canada, dove si occupa dell'amministrazione di una compagnia mineraria.
Stanco della vita dietro la scrivania riparte per la Scozia.
E qui arriva il bello.
Acquista un Faro su un fiordo e lo rimette a nuovo.
Ne ricava un Hotel a quattro stelle: Corsewall Lighthouse Hotel.
Guardate il sito internet.
Nel frattempo si sposa con una ragazza del Sud Africa.
Dopo dieci anni vende l'attivita', parte per l'Australia e si compra l'Atami.
Per la cronaca.
Ha quattro figli: due coppie di gemelli!

Partiamo lunedi' dal porto di Fremantle.



Destinazione Rottnest Island.
Il nome, Rottnest, nasconde un errore.
I primi olandesi che arrivarono su quest'isola si trovarono di fronte una terra scolpita dal vento interamente popolata da uno strano animale che vive soltanto qui.
Pensarono si trattasse di un enorme topo e cosi' chiamarono l'isola "nido di topi" (Rat-Nest).
In realta' l'animaletto si chiama Quokka ed e' un marsupiale che somiglia molto a un canguro in miniatura.
E' notturno, e quando il sola tramonta esce dalla propria tana.
Ce ne sono svariate migliaia.
Sono tranquillissimi e si fano carezzare.



L'isola e' a un'ora di navigazione (venti minuti con l'aliscafo), ma il mare e' davvero grosso, grezzo dicono qui, rough, e di ore ce ne mettiamo quasi due.
Sembrano molte, ma se ci sono i delfini che ti accompagnano ti senti al sicuro e il viaggio diventa un sogno.


Incontri ravvicinati

Ancoriamo a Parker Point, qui il mare e' una piscina.
E il pittore non si dimentica di nessun colore.
Nessuno.
Dal blu al verde.
Le sfumature le prova tutte prima di trovare quella che lo soddisfa.
Qui l'artista e' uno di quelli pignoli.
Sembra non si accontenti mai.
Poi la sorpresa.



Una coppia di Razze che balla il tango intorno alla nave.
E la musica ti sembra di sentirla davvero.
L'Oceano che fa l'amore in una Milonga.
Troppe emozioni.
Che ci vorrebbe il tasto della Pause.
O forse Rewind, che e' meglio.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

peace.

12:36 AM  
Blogger riccardo said...

peace

4:39 AM  
Blogger marshall said...

Qua ci sono gli ingredienti per due bei romanzi.
Uno, quello sulla vita avventurosa del tuo amico: ne verrebbe un gran bel romanzo d'avventure: mi ci cimenterei io volentieri.
Due, il resoconto del tuo fantastico viaggio fino a questo punto.

2:25 PM  
Blogger marshall said...

Riletto il 14.1.07.
Di quest'isola, Bill Bryson non ne parla.

10:13 PM  

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