martedì, ottobre 31, 2006

Verso la East Coast (parte I)


L'oasi di Mataranka

Sette giorni di guida.
Tremila e cinquecento chilometri.
Che al povero Forrest alla sera bisognava raccontargli le storie per farlo addormentare.

Paesaggio strano questo Outback.
Che solo il nome fa sorridere.
E' come se ti chiedessero: "Dove abiti?"
E te tranquillo rispondi: "Ma sai... fuori dal mondo".
Anche le cartine piu' dettagliate si perdono in questo nulla infinito.
Sulle pagine leggi il nome di una localita' e ti aspetti di trovare qualcosa che assomigli al paese dove sei cresciuto.
Il fatto e' che la citta' la passi, l'attraversi, e poi realizzi che la "citta'" era quella casa con scritto sui muri "eggs on sale"...
Vendiamo le uova.

I primi seicento chilometri, quelli che portano da Darwin a Tennant Creek sono ancora accettabili.
Si perche' a meta' strada si incontra Katherine, che e' una citta' per davvero.
Ci sono le case.
Piu' di una si intende.
E pure due dico due supermercati.
Coles e Woolworths.
Che si fanno battaglia come da noi la Coop e l'Esselunga.
Katherine poi e' famosa per due cose.
Intanto e' la roccaforte del Nitmiluk National Park, casa di uno dei Canyon piu' spettacolari dell'intero continente.
Il Katherine Gorge.
Un canyon con un'infinita' di insenature tutte esplorabili a bordo di una canoa.
Anche se per raggiungere l'ultima bisogna pagaiare per piu' di due ore.
E alla sera le spalle vi salutano col biglietto di sola andata.
L'altra cosa famosa di K. e' meno poetica, ma altrettanto spettacolare.
K. infatti e' stata teatro negli ultimi anni delle piu' terribili inondazioni.
Si perche' i fiumi si caricano della pioggia che cade su al nord intorno a Darwin e riempiono la pozza naturale dove Katherine e' stata costruita.
Voi direte...
Non potevano costruirla da un'altra parte?
Il fatto che il microclima di Katherine e' davvero favorevole alle coltivazioni di frutti e mango in generali.
Quello delle inondazioni e' quindi un rischio che ci si puo' permettere di correre.

Ma la vera chicca e' a circa un'ora a sud di Katherine.
Qui si trova Mataranka, un piccolo centro abitato diventato famoso per le sue piscine termali.
Naturali e senza coccodrilli.
Che se uno sapesse quello che lo attende dopo qui ci si fermerebbe due mesi a ricaricarsi.
Qui la natura e' totale.
Mi immagino gli esploratori che le scoprirono.
Camminare per settimane sulla terra bruciata dal sole e poi, all'improvviso, trovare una foresta che nasconde un'oasi termale nel suo centro.


Aquila in atterraggio

Da Mataranka si scende verso il centro del continente.
La strada e' la Stuart Highway, l'arteria che attraversa il paese da nord a sud, da Darwin ad Adelaide, passando per il Red Centre e il famoso Uluru (o Ayers Rock).
Cinquecento chilometri di terra arida.
Il colore che domina e' l'arancione.
Di una terra che sembra pregare per una goccia d'acqua.


800 chilometri di questo

Ma la parte piu' difficile del viaggio arriva quando dalla Stuart Highway devio verso Est per attraversare la regione del Barkly.
Circa settecento chilometri di paesaggio surreale.
Non so se vi sia mai capitato di vedere Lucky Luke.
Un cartone animato ambientato nel Texas piu' selvaggio.
Ecco, sembra di essere in quel cartone animato.
Tutto secco.
Giallo.
Con i cespugli di erba che rotolano sull'asfalto.
E il silenzio.
Nulla.
Che ti aspetti da un momento all'altro di incontrare il buon vecchio Clint Eastwood in versione Il buono, il brutto e il cattivo.
Pesco dal lettore mp3 la colonna sonora di Kill Bill 1.
Perfetta.
Non un animale sulla terra.
Solo i falchi.
Che volano in alto a cercare i venti di aria fresca.
Perche' altrimenti sarebbe difficile anche per loro.
Ogni cento chilometri una fattoria.
Ma le persone quelle no.
Dicono che durante i pomeriggi si raccolgano nelle sale delle loro case innalzando delle odi al Gran Visir dell'Aria Condizionata.
Culto che in Australia ruba proseliti alle altre fedi.


Strisce pedonali

Ma per ultima cosa.
Un giochino.
Se avete una cartina dell'Australia fate questa cosa assurda.
Seguite a destra di Tennant Creek, troverete un posto chiamato Barkly Homestad.
Se proseguite, dopo circa trecento chilometri, troverete Camooweal: la prima citta' del Queensland.
Bene...
Esattamente a meta' strada.
Stiamo parlando di centocinquanta chilometri a destra, centocinquanta chilometri a sinistra.
In mezzo al nulla piu' nulla che ci si possa immaginare.
Bene.
Rullo di tamburi.
Nel mezzo c'e' una stazione di polizia.
Con nulla attorno.
Solo un edificio (moderno) con le volanti.
La tentazione di entrare a chiedere il perche' della loro esistenza era davvero forte, ma la paura di trovarli che ne so, magari impiccati o a fare cose non da gentiluomini ha prevalso.

Asta sintonizado.
Che chi non viene sul blog e' un uovo in vendita.
O anche... uno che non fa cose da gentiluomo.

1 Comments:

Blogger marshall said...

Ho riletto questo pezzo con la cartina a portata di mano.
Sul mio Atlante De Agostini (scala 1:32000000) ho indiduato tutte le località, tranne Camooweal e Barkly Homestad.
Ad ogni buon conto mi sto facendo una invidiabile cultura sul continente australiano.
E certe immagini mi fanno venire alla mente anche versi poetici.
Immaginate, per esempio, di trovarvi una notte in quelle località impresse nelle foto di questo post. Non vi farebbero venire alla mente i versi del Leopardi del "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia"?

6:29 PM  

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