mercoledì, febbraio 07, 2007

Margaret River



Margaret River.
Quattro cd a sud di Perth.
Che in ore fa tre e mezza*.

Lavoro in una fattoria nel mezzo del nulla col mio amico russo Greg.
In Australia, e in particolare nella campagna australiana, e' tuttto abbastanza relativo.
Arrivi in una fattoria per riparare il pavimento e dare una verniciata ai muri.
Roba di tre o quattro giorni.
E iniziano le sorprese.
Scopri che il tetto della casa sta su per miracolo.
Si' perche' le White Ants (Termiti) durante i bagordi degli ultimi vent'anni si sono divorate le travi portanti.
E allora ti armi di mazza e tamburo e distruggi tutto quello che hai a portata di martello.
Che la casa per tornare ad essere casa deve passare attraverso uno stadio larvale.
Come dire.
Milano-Torino via Medellin.


Che se piove siamo fatti


Medellin


Di nuovo casa

Il boss, Terry, visto il gran casino e le nuvole di polvere che imbiancano la casa, decide di fare.
Fare nel senso di fare.
Il trenta che diventa trentuno.
E allora dai che si costruiscono altre due stanze.
E perche' non costruire una recinzione che protegga il frutteto.
Toh... forse sarebbe meglio costruire un trampolino a rete per i nipotini.
Cosi' passano i giorni.
Le settimane diventano tre.
Impari a mettere il parquet.
E a fare i muri in carton gesso.
La sera dai una sgasata al quad per andare a riprendere le pecore.


Greg che spara e il mio mezzo recupera pecore

Pastore a quattro ruote motrici.
Che la proprieta' e' davvero immensa.
Con tanto di laghetto per rinfrescarsi tra un turno e l'altro.
E poi Sergei, l'altro giramondo russo, che torna ogni sera dalla giornata di pesca con aragoste e scampi.
Perche' dopo una dura giornata di lavoro c'e' Terry che cucina cene da capogiro.


mmmmm


Sfilata modelli giuditta prima di finire in pentola

Che non fai in tempo a mandar giu'.
Che gli occhi si chiudono.
Stanno aperti solo per gli Australian Open di tennis.
O meglio.
Quando gioca la Sharapova.

La sera poi si spara.
E' troppo importante tenere sotto controllo i milioni di conigli che girano aqua attorno.
E il braccio inizia ad essere fermo.


Affinamento

A proposito di Margaret River.
Ancora una volta il South West Western Australia si rivela essere la parte piu' bella di questo continente.
Da Perth in giu' e' davvero tutto bellissimo.
Con un clima clemente.
Un caldo sopportabile e le sere fresche.
Pochissima gente.
E paesaggi da cartolina.


Big Papa Greg che si rinfresca nel lago

Margaret River e' famosa per due cose.
Il vino e il surf.

Qui si producono i migliori vini australiani.
Ogni proprieta' ha un vitigno.
Chi per diletto.
Chi per professione.
E sono davvero ottimi.
Con un rapporto qualita' prezzo che purtroppo mettera' a dura prova le nostre produzioni nei prossimi anni.
Qui le scale di produzione grandi a non finire permettono di mantenere prezzi competitivi anche per vini di alta qualita'.


Onda

A proposito del surf.
Margaret River' uno dei migliori spot Australiani.
La coppa del mondo di surf passa di qua ogni anno.
E la competizione Margaret River Classic attrae surfisti da ogni angolo del pianeta.
Purtroppo le onde sono sempre cattive.
Che per i principianti e' un po' un problema.
Ma forse e' meglio cosi'.
Ogni tanto bisogna fermarsi e guardare chi le cose le sa fare per davvero.

Un'ultima cosa.
Fa davvero strano parlare con i padroni dei locali, con i produttori vionicoli, o con chiunque abbia un'attivita'.
Sono tutti alla ricerca di manodopera.
E pagano davvero benissimo.
In media il doppio che nella affollatissima east coast.
E fa effetto vedere ragazzi e backpackers rimanere intrappolati tra Sydney e Melbourne quando di qua le occasioni sono infinite.
The West is the best.
Lo diceva pure Jim.
Pero' non ditelo troppo in giro che se no mi affollano pure di qua.

Stasera la Sharapova non gioca.
E gli occhi si stanno per chiudere.
Da Margaret River.
La fattoria in mezzo al nulla.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' il santo bevitore di Tavernello.

*P.s.: chi fosse interessato a una nuova via per misurare il tempo in musica... vi lascio il link di una cosa che scrissi qualche mese fa.
Se raccogliamo le firme per farla passare vi prometto cd a tre euro la copia.

MISURARE IL TEMPO

Del provarci


Derby

Vi racconto una storia.

Le protagoniste sono le Banane.
Qualche mese fa, appena arrivato in Australia, ci fu un enorme ciclone.
Una di quelle furie distruttive a cui i metereologi appioppano nomuncoli da scorreggia.
Tipo l'uragano Farty.
O la trombetta d'aria Fuffy.
In realta' qua i cicloni sono cose serie.
Vittime.
Case distrutte.
E intere regioni agricole rase al suolo.
A subire i danni piu' ingenti fu la regione tropicale.
Dove si coltivano le banane.
Appunto.
Il prezzo balzo' in poche settimane da 2 dollari e spiccioli al chilo a 12.
A volte adirittura 15 dollari per un mezzo casco.
Sui bancali dei supermercati a fianco delle banane venivano esposti cartelli.
A volte scritti a mano.
Con scritto sopra: "Scusateci per il prezzo delle banane, purtroppo il ciclone ha distrutto la quasi totalita' dei raccolti".
Fin qui nulla di strano.
Se non un pizzico di filantropia che dalle nostre parti sta sparendo pian pianino.
La cosa strana e' che gli australiani aumentarono il consumo di banane in quel periodo!

I miei cari economisti potranno obiettare.
Che somari questi australiani.
Perche' non importano quintalate di banane Chiquita dall' Ecuador?

Provate a fare la stessa domanda a un australiano medio.
La sciura Maria per intenderci.
Vi ride in faccia.
La priorita' e' proteggere la propria economia.
Provate a osservare sulla tavola di un australiano.
Su trenta prodotti, ventinove avranno scritto Made in Australia.
E non e' un caso.
Un signore di Margaret River, al supermercato, compra le uova prodotte a Margaret River.
E se lo guardi strano ti dice che e' un buon modo per sostenere la comunita'.

Un'altra cosa divertente.
In Australia c'e' questa cosa strana che a me fa impazzire, ma molte persone al solo odore vomitano.
E' la vegemite.
Un estratto di grano e lievito piu' nero della pece e piu' salato del mar morto.
Ma poco importa.
Se un Australiano ti chiede:"Ti piace la Vegemite?"
E tu rispondi:" Si, ma preferisco la Marmite (che e' la stessa cosa, ma prodotta in Nuova Zelanda)"
Ti fulmina con gli occhi.
Prima cosa e'.
Proteggere e sostenere il made in Australia.

Ora.
Un anno fa finivo il master in Bocconi.
In realta' il mio master fini' qualche mese prima.
Ben prima del reale termine dei corsi.
Spazzando via quel poco che rimaneva di un interesse nei confronti di una cosa bellissima governata da avidi ratti.
Sottindendo all'Economia.
Fini' quando un'infervorata professoressa di una materia fuffa che si chiamava tipo Economia e Mercati Internazionali.
Dall'alto della economica scienza profusa.
Addusse.
Bisogna ESTERNALIZZARE.
I costi in Italia sono troppo alti.
Dobbiamo andare a produrre in Romania, in Bulgaria e cosi' via.
Ma dobbiamo proteggere il marchio.
Dobbiamo proteggere il Made in Italy.
Salvo poi chiamare il marchio...
Brand.
Icona e marchio delle stronzate "made in" una mente lentamente mangiucchiata dalle camole del miele.

A me sinceramente sembra di vedere il signorotto di paese che ha una moglie fighissima.
Ventenne.
Bionda.
Col culo di marmo.
Che si scopa pure il giardiniere.
Ma poi alle feste signorotto e teenager ci vanno assieme per tenere pulita la facciata del loro matrimonio.

Come puoi avere il coraggio di insegnare una cosa del genere a ragazzi che tra qualche anno magari saranno dietro le cabine di comando di aziende e multinazionali.
Come puoi dire a uno studente.
Fottitene del tuo territorio.
Punta al profitto.
Punta al profitto.
Punta al profitto.
Devi raggiungere l'obiettivo.

Il profitto e' cio' che ci tiene in vita.
Ma deve essere compatibile con quello che ci sta attorno.
E qui e' sempre valido il sano e rustico principio del comincia a preoccuparti del tuo piccolo.
Prima di pensare a bilanci milionari.
Che se no i risultati sono Telecom.
E Parmalat.
Sono i Tronchetti Provera.
Re del passivo.
Sono i Tanzi.
Re del sottrarre.
Perche' il ladro ruba.
Il milionario sottrae.

L'Australia.
Questo continente meraviglioso.
Nella sua bellezza ha mille e piu' controsensi.
Cose che a volte non mi piacciono.

Ma questo attacamento di ogni australiano al proprio stato e' una cosa davvero grandiosa.
E' bello vedere che un continente.
Al di la' di convinzioni politiche cerca di remare dalla stessa parte.
Che a volte il colpo di remi piu' forte del mondo non e' un qalcosa di trascendentale.
E' una signora di settant'anni che al supermercato si mette gli ochiali da vista per leggere se quello yogurt l'anno prodotto nel suo paese.

Come quando io e mia nonna andavamo a comprare le uova dalla Sciura Rina di Verghera.

lunedì, febbraio 05, 2007

Una festa a lungo attesa

Festa in maschera.
Una di quelle che animano le serate all'Old Fire.
Il tema sono i personaggi dei cartoni animati.
Settanta pazzi vestiti dal ridere.
Asterix e Obelix si sono classificati terzi.
Indovinate chi era Asterix...
Gallia Power!


Asterix (io...) e Stevie Silver Surfer


Tom Sawier... Armand


Paperino alcoolic


Aline l'ape Maya


Alcoolic Hook


Brazzo di ferro


Flintestones e fatine


Tim Burton's Sally (fuori classifica... fa la costumista e truccatrice di professione)


Uno dei migliori


Super Mario (Luigi e' stato ritrovato la mattina addormentato in bagno... tu chiamala se vuoi... deformazione personale)


Dr. Zoitberg


Il piu' incredibile degli incredibili Hulk


Asterix Riccardo e Obelix Richard from England



E infine il vincitore.
Il fantastico Bender!!!
Non si vede, ma dalla pancia usciva la sacchetta di vino incorporato.

Fremantle again


Il faro di Fremantle

Fremantle.
Parte seconda.

Sembra ieri.
Ma di mesi ne sono passati otto.
Che vorresti ingabbiarlo.
Mettergli una palla al piede.
O farlo marcare da Cannavaro.
Ma lui corre sempre e te sei il Bianconiglio.
Sottindendo al tempo.

Ed e' strano avere la sensazione di tornare a casa quando dalla casa vera ci sei a ventimila chilometri.
Questa citta' e' speciale a dismisura.
Forse soltanto per me.
Citta' fortunata.
La citta' che mi ha dato il benvenuto in questo continente delle meraviglie.
La citta' che mi ha detto: "Italia campione del mondo".
La citta' che mi ha fatto scoprire il posto che sognavo di creare.
L'Old Fire Station.
E arrivare con facce sorridenti che ti dicono "Welcome back Riccardo" e' quasi troppo.
Citta' che ha qualcosa di magico.
Citta' dove una macchina fotografica praticamente defunta torna a vivere.
Dove un van eroico, il cui motore corre a due cilindri invece che quattro, torna a rombare come una gran turismo.
Citta' dove ritrovi amici speciali che hai lasciato alcuni mesi prima.
Che come per crisi di astinenza sono tutti ritornati a casa base.
E molti per la verita' non se ne sono mai nemmeno andati.

Citta' che sa di Cottesloe Beach.
Quando hai voglia stare in compagnia.
Scarborough.
Quando hai voglia di vedere un mare incazzato e affascinante.
E poi North Fremantle.
Quando hai voglia di stare da solo.
E farti un bagno assieme ai delfini dopo una giornata di lavoro.
Tutto nel raggio di quindici chilometri.

E poi un ultima cosa.
Una cosa che mi ha fatto invidia, ma anche un piacere infinito.
Una di quelle cose che di solito tieni per te.
Una di quelle cose che scrivi sulle pagine del diario.
Non su un blog.

Alex.
Il manager dell' Old Fire Station.
Viene da me una mattina mentre faccio colazione.
Mi mette davanti la sua tazza di caffe' e mi chiede: "Riccardo, ma e' tutto vero?"
Lo guardo strano.
E lui mi fa, guardando la sala dell' Old Fire.
"No perche' e' troppo bello per essere vero".

Respiro profondo.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' una gran turismo coll' adesivo dell'Alpine.

Nullarbor



Nullarbor Plain.
Dove non crescono le piante.

Solo sterpaglia, prateria, bush.
Plain.
Piatto come un tavolo da biliardo.
Il dettaglio e' la grandezza.
Spagna, Portogallo e Francia tutti assieme appassionatamente.
Tre fusi orari.
Abitanti.
Non piu' di mille.
Roadhouse a duecento chilometri l'uno dall'altro.
Giusto per dar da bere a Forrest.
E in mezzo il nulla.
Un nulla apparente.
Perche' come al solito la natura vince.
Basta fermarsi e camminare a poche decine di metri dalla strada.
La vita tra i fili d'erba secchi e' grandiosa.
Serpenti, ragni, bisce, lucertole e formiche giganti.
Giganti nel senso di cinque centimetri!
E la notte si balla.
Opossum, conigli, gatti selvatici.
Canguri e Wallabies a non finire.
Il cielo e' Falchi e a volte Aquile.

Ma c'e' di piu'...



I cammelli.
Mamma li turchi.
Guidare per ore nel mezzo del deserto australiano e incrociare un cammello.
Che il sole sembra farti brutti scherzi.
In realta' i cammelli in Australia hanno una storia bizzarra.
Anni fa ci fu un'ondata migratoria di Afghani.
Alcuni attratti come molti dalla Gold rush (la corsa all'oro).
Altri attratti dai soldi del governo che stava costruendo la ferrovia piu' pazza del mondo.
E quale animale migliore del cammello per lavorare a sessanta gradi?
Finiti i lavori ci fu un piccolo problema.
Le jeep per tornare ad Adelaide erano una decina.
Gli uomini da trasportare circa cinquanta.
I cammelli duecento.
Si narra di fatiche immense.
Tutte volte a caricare su ogni jeep otto uomini e sessanta cammelli.
Purtroppo il campione del mondo di Tetris sarebbe nato alcuni anni dopo.
Dopo ore e ore di consiglio si decise di lasciare i cammelli liberi di girovagare nel deserto.
Ai cammelli il deserto ci piacque a dismisura.
Trovata una piccola Oasi ci costruirono un Resort.
E si ritirarono a meditare.
Vabbe' dai.
Non solo meditare, viste le colonie di piccoli cammellini.

Un'altra storia assurda sul Nullarbor e' quella dei conigli.
Fine Ottocento inizo Novecento un certo signor inglese che si chiamava James Non Mi Ricordo Il Cognome decise di emigrare in Australia.
Nella sua valigia c'erano: una mazza da cricket, un cappello bianco da cricket, una tuta bianca da cricket, delle scarpe bianche da cricket, i panini e le birre che avrebbe consumato durante la bianca partita di cricket.
Fin qui nulla di male.
Purtroppo nella mano sinistra, oltre al biglietto della nave, aveva una gabbietta contenente dodici piccoli coniglietti.
I nomi erano: Attila, Adolf, Caligola, Saddam, Gustavo, Pol Pet, Benny e cinque conigliette che a detta di tutti erano davvero delle bombe.
Le piccole sette furie, infiammate dalle rispettive cinque fidanzate, dichiararono una festa grande della durata di cinque giorni.
Si narra di bevute epiche.
E di dopo bevute ancora piu' grandiose.
La festa si prolungo' per una decina di anni.
Il risultato furono alcune nascite, come dire, non desiderate.
Dopo dieci anni i conigli erano dieci milioni.
Per davvero.
Che senza un vero e proprio predatore divennero i cento milioni che popolano ora il Nullarbor.
Con risultati sulla vegetazione a dir poco devastanti.
Che manco se aveste messo assieme Attila, Adolf, Caligola...ops... ahhhhhhh!!!

E fa effetto leggere di monumenti dedicati ai primi cacciatori di conigli.
Rabbit Hunter.
Eroi a loro modo di un ambiente che doveva ripulirsi dalla fauna d'importazione.



Il Nullarbor poi detiene un record.
Il longest straight strech of australia.
Il tratto di strada perfettamente rettilineo piu' lungo del continente.
146,6 chilometri senza una curva.
Dritti come un binario.



Purtoppo questa e il Nullarbor stesso sono un'altra di quelle cose che non ci sono ne parole ne foto.
E non lo dico per fare invidia alla gente.
O per fare quello che ha fatto esperienze inenarrabili.
Il fatto e' finche' non ci sei dentro al cento per cento.
Su una strada che e' strada e pista d'atterragio degli aerei.
Con il sole che va giu' piano piano piano tingendo tutto di rosso.
Che magari sei nel tratto che costeggia l'Oceano del sud a sessanta metri d'altezza sul fiordo che si butta a picco nel mare.
Con il vento fresco che ti arriva dopo una giornata torrida.
Con la luna piena da una parte e il sole infuocato dall'altra.
E i Sigur Ros da sottofondo.
Allora e' davvero impossibile trasmetterlo.

Vi vorrei qua con me.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' fauna da importazione.