domenica, novembre 26, 2006

Sydney


Opera House e Harbour Bridge

Sydney e' bellissima.
Cosi' come lo e' Nicole Kidman.
Che pero' poi la testa la perdi per attrici meno belle.
Ma con quel qualcosa in piu'.
Che non si puo' dire.

Citta' dalle mille, tante, troppe contraddizioni.
La citta' piu' importante di un continente senza esserne la capitale.


Il Ferry e l'Harbour Bridge

Casa di un terzo della gente australiana.
Citta' che ti spiazza.
Angoli di tranquillita'.
Warhata e il suo approdo.
Romantico che sempra una Portofino nel centro di della metropoli.
Ma anche.
L'onda di gente.
La massa che farci surf e' impossibile.
E se sei dalla parte sbagliata del marciapiedi e' come nuotare controcorrente.
Storie di Salmoni del Dubbio e tutto il resto.


Il rosso va e il bianco viene

Poi.
Qui tutti corrono.
La religione del jogging.
Vent'anni dopo New York.
Con scarpe molto piu' comode.
Tra un centro commerciale e l'altro c'e' una spiaggia grande come mezza Rimini.
E in banca ti capita di essere in fila con una signora indiamantata davanti e un surfista in costume di dietro.
Con tanto di tavola che parcheggera' allo sportello.


Ufo


Amico immaginario

E poi gli autobus.
Una fermata ogni centocinquanta metri.
Ma anche.
Il biglietto lo si fa a bordo.
E a ogni fermata salgono tra le dieci e le venti persone.
Il piu' delle volte turisti con banconote da cento dollari.
Che ogni biglietto passano i quarti d'ora.
Ma il vero problema e' l'autista che fonde il cervello, impazzisce e lascia la guida alla vecchietta appena salita.
Devo documentarmi.
Ma sembra sembra che per fare l'autista dell'autobus a Sydney sia richiesta la laurea in Economia.
E un'esperienza decennale presso le casse dell'Esselunga di Viale Papiniano a Milano.
E ancora.
Sempre per confermare che qui siamo in pieni anni ottanta.
I ragazzini hanno tutti uno skateboard.
Gli uomini di affari vestono rigorosamente in gessato e mocassino.


Senza titolo

I corsi di aerobica hanno iscritti che vanno dagli adolescenti ai novantenni.
E mi sa che su qualche canale strano ci puoi trovare la reclame del confetto Falqui.


Scacchi

Pero'.
Quando arrivi ai giardini botanici e l'occhio ti scappa.
Allora ti tremano le gambe.
Perche' vedere l'Opera House e l'Harbour Bridge al crepuscolo.
Con le luci della Skyline che iniziano ad accendersi.
Allora e' forse pure troppo.
E' una vista grandiosa.
Da cartolina.
Da apertura delle olimpiadi.
Con Freddie Mercury che ti canta l'inno.
Anche se era Barcellona e gli ottanta erano appena finiti.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' l'Allenatore nel Pallone.

Anni Ottanta


Surfer Paradise

Gold Coast.
Surfers Paradise.

Altro viaggio sulla macchina del tempo.
Catapultati nel bel mezzo degli anni ottanta.
Ma ottanta ottanta volte.
Il posto artificiale.
Teatro di grattacieli.
La torre Q1.
Il grattacielo residenziale piu' alto del mondo.
Insegne luminose.
Rodeo coi tori robot.
Colori di battaglie laser.
La macchina piu' scadente che trovi e' una Lexus.
La mia amica Aline lavora in un autolavaggio.
Mi racconta che lo stesso giorno un ragazzo e' passato con tre Ferrari.
Tutte sue.
Ci si muove con Hummer pimpati che MTV ne andrebbe fiera
Ci sono piu' elicotteri qui che nelle fabbriche dell'Agusta.
Le spiagge si chiamano Miami Beach, Paradise Beach, Sungold Beach.
E ti sembra davvero di essere dentro un videogioco.
GTA.
Versione San Andreas.
Importazione totale degli States.
Senza essere passati alla dogana.
E' tutto in vendita.
Pure da chi non te lo aspetti.
Do you know what I mean.
E ancora.
Addominali scolpiti.
Tette rifatte.
Culi di marmo.
Surfisti che li puoi comprare su Internet.
Con tanto di lucido al seguito.
Vai nei cessi e potresti farci il pranzo del matrimonio dal tanto che sono brillanti.
Dicono che Mastro Lindo e' venuto qui a godersi la pensione. e tutti i soldi che ha rubato alle nostre nonne.
Altro piccolo dettaglio.
Chiamato Schoolies.
Nome in codice che sta per "Ragazzi che hanno finito da due giorni la maturita' (con tutto l'universo di significati che questo comporta)"
Citta' invasa da ventisettemila Schoolies.
Immaginate una citta' grande come Monza invasa da 27000 scalmanati.
Arrapati, devastati, strafatti fin sopra i capelli.
Mi fermano continuamente per chiedermi "Do ya have pillz mate?"
Pillz (in australia la s non esiste...) chiarente sta per ecstasy.
E ora.
Conversazione reale con due ragazze di diciassette anni.
R.: "Ciao! se ti diamo cento dollari ci compri l'alcool?"
Io (essendo un poliziottone gigante a due metri): "No, mi spiace"
R.: "Se iniziamo a toccarci cambi idea?"
@@@
Insomma.
Posto curioso.
Voglio dire.
Vivere qui e' ufficiale che devi iniziare a pippare per reggerne il ritmo.
Pero'.
Vivere tre giorni in Miami Vice e sentirsi Don Johnson e' stato anche divertente.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' TJ Hooker.

mercoledì, novembre 22, 2006

Chilometri



Fraser Island.
L'isola di sabbia piu' grane del mondo.

Immaginate meta' della Corsica.
Immaginatela senza nemmeno un sassolino.
Solo sabbia.
Cosi' bianca che gli occhi te li brucia e la pelle te l'abbronza.
Puoi girarla tutta.
Attraversarla con un fuoristrada.
Qui che di strada non ce n'e' nemmeno una.
O puoi camminare.
Camminare, camminare, camminare.
Di chilometri ti accorgi che in tre giorni ne hai fatti sessanta.
Con uno zaino sulle spalle che ti nutrira', ti fara' da letto, da cuscino e compagno di viaggio.
Una lunga passeggiata tra i boschi.
Incontri ravvicinati di vita selvatica.
I dingo.
Gli ultimi puri al mondo.
Non sono mai stati incrociati con nessun cane.
E mai lo saranno perche' il divieto di portare animali domestici sull'isola e' chiaro.
Chilometri tra alberi alti piu' di venti metri.
Che mai avrei pensato che la morbida sabbia fosse anche un terreno fertile e capace di ospitare grattacieli di corteccia, rami e foglie.
Vegetazione fitta, che di luce te arriva poca.
Ma poi l'Isola la luce te la sbatte in faccia tutta di colpo.
Che nella pozione magica insieme alla sabbia piu' bianca della neve e' uno schiaffo.
Una botta tremenda.
Per i primi tre minuti gli occhi li devi tenere chiusi.
Brancolare nella luce.
Il colmo.


Da bere

E quando gli occhi li devi aprire perche' hai pestato la testa contro un albero.
Si apre il sipario.
Venghino signori venghino.
Il lago McKenzie.
Un lago d'acqua dolce in mezzo a un mondo salato.
E l'aqua non e' dolce perche' non salata.
E' dolce per davvero.
La puoi bere.
Nuotare.
Stancarsi.
Sudare.
E bere direttamente dalla piscina.
Che ti sembra pure troppo.
Che solo per questo i sessanta chilometri che ti faranno zoppicare per le prossime tre settimane fanno meno male.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' dolce perche' non salato.

Town of 1770


La laguna di 1770

C'e' un posto nella East Cost che si chiama 1770.
Un numero.
Una data.
Che pero' quando lo pronunci fa Seventeen Seventy.
I Settanta.
Quelli che avresti voluto vivere.
Quelli delle canzoni di Battiato.
Summer on a solitary beach.
E l'atmosfera la respiri.
Un oasi di tranquillita'.
Surfisti.
Istituzioni.
Nati assieme a questo sport.
E cresciuti assieme.
E quando ti dicono che sono quarantacinque anni che cavalcano quelle onde.
Una parola sola.
Respect.

Una citta' fuori dal circuito dei backpackers.
Una citta' furi da questa East Coast casinara e luccicante.
Che ci vai perche' qualcuno te l'ha detto.
O ancora meglio.
Ci capiti per caso.
Seventeen Seventy.
La data del primo sbarco del capitano Cook sul continente Australiano.
La cosa bella e' che in trecento anni poco e' cambiato.
Onde sul lato est.
E laguna a ponente.
Paradiso dei pescatori.
Quelli che magari si chiamano Bob e Charlie.
Quelli che magari hanno mollato a casa le mogli con una balla che le donne la sgamano subito.
Quelli che stai sicuro che tra una birra e una rolls il pomeriggio se lo bevono e fumano assieme.
Schiena contro schiena su una barca fai da te lunga un metro e mezzo.
Che se ne pescano uno grosso.
O lo ributtano in mare.
O uno deve fare posto e scendere dalla barca.

Stay tuned.
Con la macchina del tempo.
1770.

sabato, novembre 18, 2006

O bravo guaglio'



O Pallone d'Oro!
Grazie per la Copa du Mundo e i due Scudetti.

martedì, novembre 07, 2006

Finding Nemo



Great Reef Barrier.
La Grande Barriera Corallina Australiana.
Parco Nazionale e World Heritage Area.

Alcuni la definiscono l'Essere vivente piu' grande presente sulla terra.
Che la puoi vedere dallo spazio.
E fa effetto pensare che sia formata da creature talmente piccole che si fa quasi fatica a vederle.
Miliardi di piccoli Polipi che si legano, filtrano l'acqua dei suoi nutrienti e infine muoino.
Ma i loro minuscoli scheletri, incatenati tra di loro, creano il corallo e la Barriera.
Un processo lentissimo.
Migliaia di anni per crescere di pochi centimetri.
E un ciclone puo' spazzare via in un ora quello che ha richiesto secoli di lavoro.

La barriera e' a circa trenta chilometri dalla costa.
Alcuni provano pure a raggiungerla a nuoto.
Partono la mattina presto dopo un abbondante colazione.
Ultimamente va di moda farsi il pieno di Red Bull.
Ma.
Nonostante questa.
Nessuno di questi intrepidi fa ritorno.



Chiaramente l'unico modo per arrivare sul Reef e' a bordo di una nave.
E puoi scegliere.
Tra la barca a vela e il catamarano a motore.
Nei viaggi di una sola giornata e' meglio scegliere questo.
Questione di tempo.
Andando verso il reef piu' velocemente hai la possibilita' di fare piu' immersioni.

Il problema e' che di immersioni vorresti farne solo una.
Che non finisse mai.
Troppe cose la' sotto.
Che ti senti per davvero nel film Alla ricerca di Nemo.
Che lui lo trovi pure.
Il pesce pagliaccio.
Che si fa grattare la pancia dall' Anemone.
A proposito... avevate mai notato che nella parola Anemone c'e' dentro la parola Nemo?
Cosi' come nella realta'.
Nemo nascosto nell'Anemone.
Poi incontri pure la smemorata Doris.
Che l'avevi vista gia' un paio di minuti prima.
Ma chiaramente lei non se lo ricorda.
E poi le tartarughe marine, le razze, le blue box jellyfish.
Ma la cosa piu' bella e' il silenzio.
Di te immerso in un mondo che non ti appartiene.

Quasi che non ti sia concesso il disturbare.



Nell'ultima immersione il film cambia.
E da Nemo si passa a Shark Tale.
Incrociamo uno squalo tigre.
Tre metri di perfezione ed eleganza.
Con la stessa espressione di Robert De Niro nel Padrino.
L'istruttore allora gli va vicino, fa un inchino e dice con insolito accento siciliano.
"Baciamo le pinne".
E Don Vito ci lascia passare.

P.s.: per chi lo avesse visto.
Il film Open Water e' stato tratto da una storia vera accaduta cinque anni fa proprio qui a Cairns...
Poi per questioni di marketing non troppo favorevole all'area e' stato ambientato ai Caraibi.

P.p.s.: Le foto di questo post sono spudoratamente rubate. Arrestatemi.

Stay Tuned.
Che chi non viene sul blog e' un processo lentissimo.

mercoledì, novembre 01, 2006

Cairns (frame of)


Fiore



Stella



Pericolo



Invito



Luce



Menu



Acqua



Foglia

Le prime cose che vedi quando arrivi a Cairns.

Cape Tribulation, Kulki


Conchiglia

Daintree National Park.
La foresta tropicale piu' antica del mondo.
Quattrocento milioni di anni.
Un posto che puoi leggerlo come un libro.
Un libro di quelli per i bambini.
Con le figure.


Radici e mangrovie


Ephipytes

La diversita' prima di tutto.
Piu' alberi in un ettaro qui che in tutta l'Europa o il Nord America.
Dicono che su una superficie pari a un campo di calcio puoi trovare centocinquanta diversi tipi di alberi.
Dalle mangrovie che si inventano delle radici aliene per ancorarsi ad un terreno che un giorno e' secco e quello dopo e' fiume.
Alle palme alte piu' di trenta metri.
In una gara costante a spingersi sempre piu' in alto per bere un po' di sole.
E le Epifiti.
Piante senza nessun legame col terreno sottostante.
Piantano i propri semi nelle venature degli alberi piu' sviluppati, si costruiscono una piscina per conservare l'acqua e si costruiscono una vita e un futuro a gravita' zero.
Ma non chiamatele parassite perche' se no si offendono.
E ambiente ricco e diverso e' casa di animali svariati.
Rettili, lucertole lunghe quasi un metro.
Qui abita il Pitone Australiano.
Marsupiali, Opossum e Kangaroo Tree.
E se hai la fortuna di camminare di notte in mezzo alle mangrovie e' tutto un muoversi.
Di vita.
Con i serpenti di aqcua dolce e le rane che ti saltano attorno facendo esplodere il fango, l'acqua e le foglie che galleggiano.


Rana nottambula


In agguato

E dopo le mangrovie e un percorso difficile e intricato ti si apre il paradiso.
Che un po' fai fatica a vederlo perche' e' ancora notte e il sole si sta ancora preparando.


5 A.m. Quasi giorno

Ma quando si accende la luce su Cape Tribulation e' uno spettacolo.
Di quello che hai visto solo nei film, forse in qualche documentario.
La spiaggia che sembra che ha nevicato da come e' bianca.
Il mare che si fa a macchie per i coralli che lo decorano.
Le nuvole di umidita' che vanno e vengono.
E un vento fresco che ti ricarica ad ogni passo.
E poi realizzi.
Che.
Sei da solo su una spiaggia lunga quasi un chilometro.
Da solo.
Al momento il posto piu' bello che ho visto durante questo viaggio.


La spiaggia


Palma


Luce e nuvole

E fa sorridere che il capitano James Cook, quando arrivo' qui nel 1770, chiamo' questo posto "Cape Tribulation"
Annotando sui suoi diari.
"E infine nomino questa penisola Cape Tribulation perche' qui iniziarono tutti i nostri guai".
In effetti questo e' il luogo meno adatto per attraccare un vascello.
Il reef e' cosi' fitto e poco profondo che e' capace di aprire qualunque imbarcazione come una scatola di sardine.
E la barca del povero Cook fece proprio questa fine.

Cape Tribulation e il Daintree National Park hanno una caratteristica unica al mondo.
Hanno al loro interno due aree dichiarate World Heritage Area.
Patrimonio dell'Umanita'.
La Wet Rain forest e la Grande Barriera Corallina.
Ora.
Per fare chiarezza.
Di aree considerate patrimonio dell'Umanita' ce ne sono poche decine al mondo.
Averne due nel raggio di pochi chilometri e' una cosa assurda.
Un qualcosa che fa capire come questa sia una delle zone piu' varie, ricche e belle sulla Terra.

Stay tuned.
Che chi non viene sul blog e' linizio di tutti i nostri guai.
Firmato il capitano Cook.


Regalo dalla palma

Infine piccolo post scriptum sempre dedicato all'originalita' dei nomi australiani.
L'universita' di Cairns si chiama James Cook University.
L'autostrada e' la Cook Highway.
La citta' alla fine di questa autostrada e' Cooktown.
Lo zoo si chiama James Cook Wildlife Zoo.
Potrei andare avanti all'infinito.
Ma ho troppa fame.
Vado al Cook Restaurant a farmi un filetto in salsa Cook.